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Apple Pay conquista gli Usa: nel 2015 pagheremo con lo smartphone?

FIRSTonline

Se il 2014 è stato l’anno del lancio del primo smartphone Apple dotato di sistema NFC (Near Field Communication), l’iPhone 6, il 2015 potrebbe essere quello che vedrà la consacrazione dell’utilizzo del cellulare come carta di credito: addio contanti e, appunto, carte di credito o bancomat, si paga semplicemente con un clic, avvicinando il proprio apparecchio a una distanza di massimo quattro centimetri dal POS.

La tecnologia di connettività a radiofrequenza esiste in realtà da anni: è stata sviluppata qualche anno fa da Sony, Phillips e Nokia (è stato proprio il Nokia 6131 il primo cellulare a dotarsi di chip NFC), ed è già attualmente disponibile su diversi dispositivi Android e Windows Phone, ma stenta a decollare in Italia. Questo perché anche il POS deve essere integrato con sistema NFC, e al momento le banche sono tendenzialmente restie a offrire questa funzione di pagamento detto anche “contactless”.

Ecco perché l’avvento sul mercato di Apple Pay, attraverso l’iPhone 6, potrebbe sparigliare le carte. Per ora Apple Pay, che si appresta a sbarcare in Europa iniziando dal Regno Unito, è disponibile solo negli Usa, il Paese per antonomasia meno propenso all’utilizzo del contante. I risultati sono tuttavia sorprendenti: complice il fatto di essere il primo brand negli States, Apple Pay attualmente supporta il 90% delle carte di credito in Usa e secondo un report di ITG (Investment Research Report), il sistema di pagamento via smartphone di Cupertino è già responsabile, due mesi dopo il lancio, dell’1% di tutti gli acquisti digitali nel mese di novembre, periodo in cui sono inclusi anche il Black Friday e il Cyber Monday.

Non solo: lo stesso report sottolinea anche come il 60% dei nuovi clienti Apple Pay abbia utilizzato più volte la piattaforma di pagamenti durante il mese, mentre per i diretti concorrenti, come PayPal, i clienti che più volte nel mese utilizzano sistematicamente la piattaforma di pagamento sono “solo” il 20%. Ma il dato più importante è che gli utenti che hanno utilizzato Apple Pay hanno dichiarato che lo faranno per il 5,3% delle future transazioni cioè per il 2,3% di tutti i dollari spesi attraverso l’utilizzo della carte di credito.

Di che scatenare una vera rivoluzione, se si pensa che sempre secondo ITG il nuovo sistema di pagamento è stato utilizzato 1,4 volte la settimana, verrebbe da dire quasi con la frequenza con la quale un italiano utilizza la carta di credito (secondo Banca d’Italia l’83% delle transazioni nello Stivale avviene ancora con monete e banconote). E la smaterializzazione del pagamento raggiunge anche aziende molto popolari: tra le catene americane dove è più utilizzata, il report mette al primo posto Whole Foods (20% delle transazioni), al secondo Walgreens (19% delle transazioni) ed al terzo posto McDonald’s (11% delle transazioni). Un ultimo dato spiega perché potrebbe essere Apple Pay a portare la rivoluzione in Europa: benché Google Wallet, la piattaforma di pagamenti di Google, sia stata lanciata già nel 2011, a novembre rappresentava appena il 4% delle transazioni totali. Ecco perché, secondo il rumor dell’autorevole Re/code, i coreani di Samsung stanno pensando a una soluzione alternativa per contrastare Apple Pay e starebbero dialogando con LoopPay, una startup che si occupa di pagamenti mobile.

C’è però chi, al di là di tutto, pensa che difficilmente questa abitudine sarà trasferibile in Europa, e difficilmente da Apple: per la sua diffusione inferiore e per una serie di strumenti alternativi che stanno emergendo. “Nonostante sia un marchio universalmente riconosciuto, Apple detiene solo il 11,7% del mercato degli smartphone mondiale contro l’87% di Android”, spiega Dan Wagner, fondatore e Ceo di Powa Technologies, la startup inglese che attraverso l’applicazione PowaTag sta rivoluzionando l’e-commerce, rendendo possibile l’acquisto non solo tramite smartphone ma senza nemmeno recarsi nel negozio: solo scattando una foto su un cartellone pubblicitario o una rivista, ad esempio. In questo caso la tecnologia usata è quella del Qr Code, che permette appunto di “taggare” il prodotto in una foto ma anche in un messaggio pubblicitario audio. E’ l’instant shopping: tre secondi, non di più, per concludere l’acquisto, ovunque e in qualsiasi momento. “La decisione di Apple di utilizzare esclusivamente la tecnologia NFC per i pagamenti mobili limita drasticamente la sua portata a quei retailer che hanno installato questa tecnologia”, ricorda anche Wagner . “Tecnologia a parte – conclude Wagner – Apple Pay offre solamente un nuovo metodo di effettuare i pagamenti contactless nei negozi dotati dei terminali adatti e appartenenti ai circuiti di pagamento che aderiscono all’iniziativa. Tuttavia, per emergere in questo mercato occorre offrire molto di più di un semplice nuova opzione di pagamento”.

In attesa del debutto italiano di Apple Pay, per cui probabilmente ci vorranno mesi, vediamo dunque quali sono le altre opportunità per pagare con uno smartphone. Fermo restando che, come ricorda Wagner di Powa Technologies, bisogna che le banche aderiscano e che il commercio di ogni Paese si adegui. Innanzitutto c’è il già citato Paypal Check-in: è la funzione dell’applicazione del noto sistema di pagamento dedicato alle transazioni da effettuare nel punto vendita. Lanciato in Italia da poche settimane, si basa sulla geolocalizzazione dell’utente nel momento in cui entra nel negozio: l’esercente verifica la sua identità vedendo il suo volto e il suo nome sullo schermo ed entrambi non hanno che da confermare l’accettazione dello scambio di denaro con un tocco di dita sull’app.

Da segnalare poi l’avvento al fianco di PayPal, dei nuovi sistemi di Mastercard e Visa: il primo, MasterPass, è stato lanciato quest’anno in Italia ed è presente in una quindicina di Paesi nel mondo (7 in Europa); il secondo, che si chiamerà V.me, deve invece ancora debuttare, ma Visa ha già detto che contribuirà con 50mila terminali  attivi, 950mila carte contactless  in circolazione e “una copertura capillare sull’asse Milano -Torino in vista dell’Expo2015”. “Abbiamo lanciato MasterPass – ha invece sottolineato Paolo Battiston, Division President Italy & Greece di MasterCard – lo scorso marzo in Italia e oggi siamo lieti di annunciare l’ingresso di nuovi importanti partner bancari quali Findomestic, Intesa Sanpaolo, Monte Paschi di Siena. MasterPass rende ogni dispositivo connesso ad internet, in qualunque luogo, il device di pagamento ideale e sicuro per lo shopping”. Un mezzo sicuro e innovativo, ma poco conosciuto e ancor meno esplorato. Sarà il 2015 l’anno della svolta?

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