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Apple non incanta ma Wall Street segna un altro primato

La perfezione non è di questo mondo, hanno pensato ieri gli ospiti alla presentazione a Cupertino dell’iPhone X (dieci in numero romano) quando lo smartphone non ha riconosciuto al primo colpo il volto del vicepresidente Craig Federighi. Poi lo show è andato avanti come da copione. La distribuzione del nuovo smartphone, in vendita a 999 dollari (un filo meno del previsto), sarà in distribuzione dal prossimo 3 novembre, troppo tardi a detta degli analisti per incidere sulle vendite di Natale. Anche perché la produzione degli Oled, i diodi che rendono possibili le prestazioni eccezionali del nuovo modello (la ricarica senza fili, la telecamera a raggi infrarossi, il riconoscimento facciale) procede a rilento. Anche questo spiega l’andamento deludente del titolo, sceso in chiusura, dopo un avvio promettente, a 160,82 dollari (-0,4%).

L’avvio in tono minori dei nuovi prodotti della Mela (oltre al modello X, l’iPhone 8, l’8Plus, una nuova Apple TV e un nuovo Apple Watch) non ha impedito alla Borsa Usa di segnare nuovi record: l’indice S&P 500 (+0,34%) ha stabilito l’ennesimo primato a 2.496,48 punti. In ascesa anche il Dow Jones (+0,28%) e il Nasdaq (+0,34%).

Il rally dei mercati azionari continua, favorito dal bilancio meno drammatico del previsto degli uragani e dallo stallo della crisi coreana, pur ad altissimo rischio. A sostenere il rialzo contribuisce la ripresa economica in Europa, ma anche il miglioramento dei redditi in Usa e, soprattutto, i primi segnali di ripresa dell’inflazione: dopo il rialzo dei prezzi in Cina ieri è stata la volta del Regno Unito, della Svezia e dell’India. Focolai sparsi che per ora non fanno tendenza. Ma i mercati guardano con grande attenzione ai dati americani in uscita giovedì e ai segnali in arrivo da Francoforte. Stavolta Draghi non ci deluderà, lascia intendere il principe dei falchi, Wolfgang Schaeuble.

GOLDMAN SACHS DÀ LA CARICA A WALL STREET, SALE TOKYO

Nel frattempo, continua ad ogni latitudine la marcia del Toro. Sale Tokyo (+0,6%) seguita da Sidney (+0,5%), ma segna il passo ad Hong Kong (-0,3%). Debole il mercato azionario della Cina, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (-0,1%). Lievi guadagni a Seoul ed a Mumbai.

Il motore del rialzo sono i titoli finanziari (+1,2% l’indice di settore americano) e, in particolare, le banche, in crescita dell’1,8% al traino di Goldman Sachs (+2,2%) che ieri ha presentato un business plan triennale che prevede una forte crescita anche nel retail con l’obiettivo di aumentare i profitti per 5 miliardi all’anno. Volano anche i grandi del pharma: Pfizer +3%. Soffre invece Mc Donald’s, -3,2% dopo i conti.

Il petrolio Brent tratta a stamattina a 54,1 dollari il barile, in calo dello 0,2%. Ieri sera aveva chiuso a 54,2 dollari, in rialzo dello 0,8%. A Piazza Affari Eni +0,3%, Saipem +2%.

PIOGGIA DI RECORD IN EUROPA, MILANO AI MASSIMI DA 20 MESI

Continua la vendemmia dei record per i listini europei, al quinto giorno consecutivo di rialzo. Il rally è favorito dal rallentamento della marcia dell’euro trattato nel pomeriggio a 1,1938 dollari, ben al di sotto del picco di 1,2092 dollari segnato la settimana scorsa. Oggi il discorso sullo stato dell’Unione di Jean-Claude Juncker al Parlamento Europeo.

Milano (+0,45%) aggiorna i massimi toccati lunedì riconquistando i valori di venti mesi fa. L’indice Ftse Mib ha chiuso a quota 22.233 punti grazie alla spinta dei finanziari. Positive anche le altre piazze dell’Eurozona: Parigi +0,62% è poco sotto i massimi di primavera, quando si era portata sui record che non vedeva da inizio 2008.

Francoforte (+0,4%) è poco sotto i livelli record storici aggiornati lo scorso giugno. Anche Madrid, salita solo dello 0,13%, è ai massimi dal novembre 2015. La Corte costituzionale spagnola ha sospeso oggi l‘atto legislativo della Catalogna che stabiliva il quadro legale di uno Stato indipendente.

LONDRA, ARIA DI RIALZO DEI TASSI: GIÙ LA CITY, VOLA LA STERLINA

Ha chiuso in rosso solo Londra (-0,17%), nella giornata in cui il Parlamento ha approvato il repeal bill, ovvero la rinuncia alla legislazione comunitaria ed il ritorno al primato del diritto locale. La sterlina è salita ai massimi da un anno sul dollaro dopo il balzo a sorpresa dell‘inflazione britannica, che con un balzo del 2,9% ha eguagliato il picco da oltre cinque anni in agosto. La valuta britannica è salita fino a 1,3288 dollari, massimo da settembre 2016, mentre l‘euro è sceso fino a 89,84 centesimi di sterlina, minimo da sei settimane.

L‘andamento dei prezzi aumenta la pressione su Banca d‘Inghilterra in vista della riunione di domani perché aumenti il sostegno nei confronti della valuta britannica, alzando i tassi.

SCHAEUBLE: SUL TAGLIO DEL QE CONFIDO IN DRAGHI

Wolgang Schaeuble confida nella flessibilità di Mario Draghi. Il ministro delle Finanze tedesco si è detto “sostanzialmente fiducioso” sul corso della politica monetaria della Banca centrale europea. “Mario Draghi – si legge in un’intervista a Suedkurier – ha detto che il meeting di ottobre valuterà l‘impatto della crescita relativamente significativa dell’euro e quindi prenderà una decisione. Sono sostanzialmente fiducioso. Come sapete sostengo da tempo che è arrivato il momento di uscire. Non ritengo che l‘attuale politica monetaria sia sostenibile nel lungo periodo”.

Anche il vicepresidente della Banca centrale europea, Vitor Constancio, pur ribadendo che la Bce “intende comprare titoli a un ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino a dicembre 2017, o oltre, se necessario” ha introdotto una nota di dubbio aggiungendo che la Bce utilizzerà la forward guidance “in una certa misura”.

RISALGONO I BUND, OGGI ALL’ASTA BTP RIFLETTORI SUL NUOVO SETTE ANNI

Le parole di Schaeuble hanno favorito la risalita del Bund, con il rendimento del decennale balzato al massimo degli ultimi dieci giorni dopo aver rotto sui grafici la resistenza chiave di 0,37%. Il rendimento del decennale italiano sale al 2% dall’1,96%, spread a 162 punti base.

Sotto pressione i titoli della periferia, condizionati dalla ricca agenda dell’offerta. Assorbiti ieri 6,5 miliardi di euro di Bot a 12 mesi, collocati al tasso medio di -0,326%, gli investitori affrontano oggi l’asta a medio-lungo termine: fino a 8 miliardi di Btp sulle scadenze tre, sette e 20 anni.

Particolarmente seguito il nuovo sette anni, con scadenza il 15 novembre 2024 e cedola dell’1,45%, che sul mercato grigio di Mts ha chiuso la seduta al rendimento di 1,545%. Di importo decisamente inferiore, ma incombe comunque sull’obbligazionario europeo anche l’asta tedesca, in cui verrà riofferto il decennale di riferimento agosto 2027 per indicativi 3 miliardi. Sempre domani in arrivo fino a un miliardo di decennali portoghesi e un miliardi di titoli del Tesoro greci a tre mesi.

DOMANDA TRIPLA PER IL BOND AUSTRIACO A 100 ANNI

L’Austria ha lanciato, via sindacato, un bond a 100 anni per un importo di 3,5 miliardi di euro. L’offerta ha raccolto ordini per oltre 11 miliardi. Prima dell‘Austria, nella zona euro solo Irlanda e Belgio hanno finora emesso sulla scadenza 100 anni, ma entrambe tramite private placement e per importi sensibilmente inferiori. Il rendimento del nuovo bond – con scadenza 20 settembre 2117 – è stato fissato a 50 punti base sopra quello del titolo di Stato austriaco febbraio 2047 prezzato tra in 50 e 55 pb. Il titolo di Stato è stato prezzato a 99,5020 con un rendimento di 2,112%.

L’aria di rialzo dei tassi ha messo le ali al settore finanza: sia a Piazza Affari che nelle altre Borse la spinta al rialzo è venuta dalle banche. L’indice Stoxx europeo del settore è stato il migliore della giornata con un guadagno dell’1,6%. Deutsche Bank è salita del 3,6%, Société Générale +2,7%, Bnp Paribas +2,4%. 

A Piazza Affari il rialzo delle banche è stato incoraggiato dagli ultimi dati della Banca d’Italia. Il mese di luglio ha visto un sensibile calo delle sofferenze bancarie italiane, scese a 173,591 miliardi di euro, al minimo da luglio 2014, dai 192,000 di giugno. Intanto i prestiti alle imprese a luglio sono saliti dello 0,5% dal dato stabile di giugno e quelli alle famiglie sono saliti del 2,7% (da +2,6%).

UNICREDIT SUPERSTAR. PIRELLI ESCE DAL PATTO MEDIOBANCA

A guidare la corsa in Piazza Affari è stata Unicredit: +3,14% a 17,72 euro. Il titolo reagisce alla promozione di Keefe, Bruyette&Woods. Il broker specializzato in banche, assicurazioni e società finanziarie ha alzato il target price a 18,7 euro dal precedente 18,2 euro. La raccomandazione resta Outperform. L’analista Hugo Cruz ha alzato il target price anche di Intesa Sanpaolo (+0,9%), Ubi Banca (+2,1%), Bper (+2,70%) e Banco Bpm (+3%).

In ascesa anche Generali (+0,7%) e Mediobanca (+0,9%). Pirelli&C ha reso noto di aver comunicato al presidente dell’accordo per la partecipazione al capitale di Mediobanca “la decisione di esercitare il diritto di disdetta dall’accordo – con effetto dalla sua naturale scadenza del 31 dicembre 2017 – per tutte le numero 15.753.367 azioni detenute e conferite all’accordo stesso, pari a circa l’1,79% del capitale sociale Mediobanca”.

DEBOLI LE UTILITIES, OGGI L’OFFERTA DI VIVENDI ALL’AGCOM

Penalizzate dalla crescita dei tassi di interesse, finiscono in calo le Utility (-0,6%). Enel -0,9%, Terna -1,1%, Snam -1,3%. Poco mossa Telecom Italia (+0,1%). È in corso il confronto tra Vivendi e le autorità di governo italiane sulla vicenda Telecom. I tecnici del gruppo francese sono al lavoro con quelli di Palazzo Chigi per trovare una soluzione che porti alla presentazione della notifica da parte della media company francese riguardo all’influenza su Tim. Oggi si riunisce il consiglio dell’Agcom per discutere del piano presentato da Vivendi per ottemperare alla delibera dell’Autorità che impone di scendere nelle quote nelle controllate Mediaset o Tim. La scelta dei francesi è caduta su Mediaset e il progetto è quello di creare un blind trust dove andrebbe una quota pari al 9,9 per cento.

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Atlantia -0,3% dopo aver segnato in apertura un nuovo record storico. Ieri il broker olandese, Kempen & Co. ha alzato il target price a 28,90 euro da 25 euro, confermando il giudizio Buy.

RECORD ANCHE PER PRYSMIAN, IN FERMENTO FINCANTIERI

Fra i titoli industriali si mette in evidenza Leonardo (+1%). Chiusura debole per Stm (-0,3%). 
Nuovo record storico per Prysmian (+0,7%). Ancora in evidenza Fincantieri (+2,01%): il mercato che scommette su una soluzione per Stx France dopo l’incontro che si è tenuto ieri a Roma tra i ministri economici di Italia e Francia.

Debole il lusso. Tod’s -1,7%, Ferragamo -0,1%. Ieri Prada ha perso l’11% a Hong Kong dopo risultati deludenti. Luxottica -0,6%. La Ue vuol vederci più chiaro nella fusione con Essilor. Acquisti su Sias (+0,44%): Banca Akros ha incrementato il prezzo obiettivo del titolo a 16 da 13 euro, confermando la raccomandazione buy. Kepler Cheuvreux ha invece alzato il Target da 12,8 a 14,9 euro, confermando la raccomandazione buy.

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