X

Apple e Amazon fanno correre Wall Street, trimestrali da record anche a Piazza Affari

FIRSTonline

Recessione? Forse. O forse no. I mercati finanziari accolgono la notizia della frenata del Pil Usa (-0,9% nel secondo trimestre) con malcelato ottimismo: difficile, a questo punto, che la Fed si spinga a stringere ancora sul costo del denaro. Certo, non è ancora recessione, secondo i tecnici del Tesoro Usa, ma poco ci manca. Di qui una nuova ondata di rialzi che promette di tingere di rosa il fine settimana in Asia ed in Europa. Specie a Piazza Affari, sostenuta da una raffica di trimestrali assai migliori del previsto, da Unicredit a Stellantis, ma anche dal nucleo duro del quarto capitalismo (Moncler, Prysmian, Brembo per citarne alcuni). Non tutti gli analisti, però, sposano la tesi dell’ottimismo: “Non sono da escludere nuove brusche correzioni – scrive Capital Economics – perché l’inflazione è ancora ben viva”. Ma la sensazione prevalente è che il grosso del lavoro delle banche centrali sia ormai alle spalle.

Wall Street sale dell’1%. Soffre solo Meta

Anche a Wall Street i conti dei Big sono risultati migliori del previsto. Dopo i conti annunciati nel dopo Borsa, il mercato ha premiato Apple (+3%) nonostante il calo dei profitti (-11%), legato ai servizi e a parte del business. Ma non c’è stata la crisi dell’iPhone (+2,5% le vendite) nonostante le difficoltà in Cina.

Clamorosa la rivincita di Amazon (+12% nel dopo). Il colosso dell’e-commerce conquista nuove porzioni di mercato (+7%) a scapito del commercio tradizionale.

Allungano il passo anche Microsoft e Alphabet. Soffre solo Meta (ex Facebook) che accusa un calo dei ricavi: il metaverso, in tempo di frenata dei consumi, non convince.

I listini principali di New York chiudono con un rialzo superiore all’1%. Continua la frenata del rendimento delle obbligazioni: i buoni del Tesoro a 10 anni cadono fino a 2,67%, livello che non vedeva da aprile. Cala anche il biennale a 2,82%

In crescita anche il volume delle azioni scambiate, segno di un ritorno della voglia di rischio. Le transazioni sono state pari a 11,21 miliardi rispetto alla media giornaliera di 10,86 miliardi degli ultimi 20 giorni di negoziazione.

Cina, ultimatum su Taiwan: “Usa, non scherzate con il fuoco”

Stamattina le Borse asiatiche si muovono contrastate. In calo Cina (-1%) e Hong Kong (-2,3%), in rialzo Taiwan (+0,5%). Salgono anche Corea del Sud (+0,4%) e India (+0,5%).

È durata due ore e un quarto la telefonata tra Biden e Xi Jinping, che ha intimato agli Usa di “non scherzare con il fuoco. Su Taiwan proteggeremo la nostra sovranità”, ha detto il presidente cinese riferendosi all’annunciata visita di Nancy Pelosi, speaker della Camera, nell’isola. “Entrambi i lati dello Stretto di Taiwan appartengono a un’unica Cina”, ha precisato il presidente cinese Xi Jinping, che poi ha aggiunto: “Non lasceremo mai spazio alle forze indipendentiste”.

In salita i future sull’Eurostoxx, bene le aste del Tesoro

In salita stamane anche I future sulle Borse europee: +0,5% l’indice Eurostoxx.

Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è adesso allo 0,82%, sui minimi da tre mesi, mentre il tasso del Btp italiano è stabile al 3,16%, dopo che le aste di fine mese del Tesoro hanno visto una domanda robusta e rendimenti in linea con il mercato secondario. Spread Btp/Bund in calo a fine giornata a 245 punti (contro 248).

Il gas europeo sotto i 200 euro

L’euro-dollaro è quasi piatto a 1,02. Il gas naturale Usa ha chiuso in ribasso del 4% a 8,13 dollari, e stamattina è poco mosso. Gas naturale europeo in ribasso del 3,4% a 198 euro.

Il petrolio Brent e WTI è piatto sui livelli di ieri sera. L’oro si rafforza in rialzo a 1.763 dollari l’oncia, massimo da tre settimane. Bitcoin -0,5%, a 23.900 dollari: ieri la criptovaluta ha messo a segno un balzo del 5% grazie alla risalita della voglia di rischio.

Anche oggi il calendario di Piazza Affari prevede una ricca schiera di risultati trimestrali. Spiccano sul fronte bancario i conti di Intesa Sanpaolo e Mediobanca.

Si tengono, tra gli altri, i consigli di A2a, Azimut, Nexi, Rcs e Saras. Tim potrebbe siglare un accordo con i sindacati per il taglio di 2.200 posti di lavoro in Italia attraverso prepensionamenti, nell’ambito di un più ampio programma di riduzione dei costi al 2024.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati