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Apple deve pagare 13 miliardi di tasse non versate in Irlanda: storica sentenza della Corte di giustizia Ue

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Sono in molti oggi a parlare di decisione storica. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha infatti deciso che Apple deve pagare 13 miliardi di euro di tasse non versate in Irlanda dal 2003 al 2013. Nessuna evasione. In quei 10 anni il colosso di Cupertino aveva beneficiato  di un regime fiscale agevolato che i giudici di Lussemburgo hanno classificato come “aiuti illegali”. 

Cosa è successo

La Corte di giustizia Ue ha confermato la decisione della Commissione europea del 2016: l’Irlanda ha concesso alla Apple un aiuto illegale ed è dunque tenuta a recuperare la cifra non versata. 

Bruxelles nel 2016 aveva ha deciso che alcune societa appartenenti al gruppo Apple avevano beneficiato, dal 1991 al 2014, di vantaggi fiscali costitutivi di un aiuto di Stato concesso dall’Irlanda. Tale aiuto riguardava il trattamento fiscale degli utili generati da attività della Apple al di fuori degli Stati Uniti. In particolare, la commissione Ue aveva giudicato illegale l’accordo fiscale per cui Apple aveva stabilito la sua sede nel paese, dando lavoro a più di 5mila persone, pagando in cambio meno dell’1% di tasse.

A quel punto, Apple e l’Irlanda avevano presentato ricorso al Tribunale dell’Unione europea, il primo grado di giudizio della Corte di giustizia Ue, che aveva annullato la decisione comunitaria, ritenendo che quest’ultima non avesse sufficientemente dimostrato l’esistenza di un vantaggio selettivo a favore di tali società. 

Oggi, la Corte di Giustizia Ue ha chiuso definitivamente il caso, annullando la sentenza del Tribunale e confermando al contrario la decisione della Commissione. Apple dovrà dunque versare a Dublino 13 miliardi di euro di tasse arretrate. 

Vestager: “Sentenze su Google e Apple sono una grande vittoria”

La sentenza su Apple arriva nello stesso giorno in cui la Corte di giustizia Ue ha confermato la multa di 2,4 miliardi a Google per abuso di posizione dominante. La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha accolto con favore le due sentenze, parlando di “una grande vittoria” per la Ue come per i contribuenti europei e le politiche in favore di un terreno di gioco equo nel business e del mercato unico.

Le due sentenze di oggi rinfrancano notevolmente l’Antitrust europeo, al termine del mandato Vestager, che non a caso indica come la Corte abbia preso posizione su Apple/Irlanda e su Google Shopping in via definitiva. Per quanto riguarda il caso Apple Vestager parla di “una vittoria per la parità di condizioni nel mercato unico e per la giustizia fiscale”, rivendicando che non solo la Ue ha messo sotto tiro la pianificazione fiscale aggressiva delle multinazionali, come è dimostrato dal fatto che tali gruppi “sono stati portati dinanzi alle commissioni parlamentari negli Stati Uniti e nel Regno Unito per spiegare i loro accordi fiscali nascosti”. “Si stava verificando un cambiamento epocale”, ha concluso Vestager.

E Apple cade sul Nasdaq

La sentenza della Corte di giustizia Ue sta avendo ripercussioni anche in Borsa. Sul Nasdaq il titolo Apple è arrivato a perdere l’1,4%, salvo poi recuperare rimanendo però sotto la parità.

Cupertino prevede di registrare un onere una tantum per le imposte sul reddito fino a circa 10 miliardi di dollari nel quarto trimestre fiscale che si concluderà il 28 settembre,a causa della sentenza della Corte di Giustizia europea che ha definito “illegali” gli accordi fiscali tra la societa’ statunitense e l’Irlanda.

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