La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sulla presunta evasione fiscale di Apple. Il colosso di Cupertino è accusato di non aver pagato l’Ires fra il 2008 e il 2013 per un totale di per 879 milioni di euro. Risultano indagati per omessa dichiarazione dei redditi il legale rappresentante e il direttore finanziario di Apple Italia, Enzo Biagini e Mauro Cardaio, e il manager di Apple Sales International in Irlanda Michael Thomas O’Sullivan.
Si apre così la strada alla presentazione delle richieste di rinvio a giudizio, a meno che nei 40 giorni successivi gli indagati non facciano emergere elementi che possano portare alla loro archiviazione. In questo stesso lasso di tempo i tre indagati potranno chiedere altre indagini o di essere interrogati. Da mesi sono in corso contatti fra Apple e l’Agenzia delle Entrate per chiudere l’accertamento fiscale con il versamento di una somma in via di discussione.
L’ipotesi dell’accusa è che, attraverso la contabilizzazione da parte della società di diritto irlandese Apple Sales International di profitti realizzati in Italia, Apple abbia sottodimensionato il suo imponibile, risparmiando così 879 milioni di euro fra il 2008 e il 2013.
Quando era stata data notizia dell’inchiesta, nel novembre 2013, Apple aveva precisato che la società “paga ogni dollaro ed euro delle tasse dovute ed è continuamente oggetto di controlli fiscali da parte di governi di tutto il mondo”, e che le autorità fiscali italiane hanno già sottopposto Apple Italia ad audit nel 2007, 2008 e 2009, rilevando la conformità ai requisiti di trasparenza Ocse.