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Apple, Amazon e Ferrari fanno scintille, ma occhio ai tassi

I bond Usa tornano ai prezzi del 2008 – Wall Street si rianima nel dopo borsa: Apple distribuirà 163 miliardi, per Amazon un regalo fiscale da 789 milioni – Petrolio in risalita, Bitcoin in caduta – Milano: Bridgewater scommette sul ribasso – La bufala sui 5 Stelle mette le ali ai Btp – Aria di Opa su Ferragamo.

Apple, Amazon e Ferrari fanno scintille, ma occhio ai tassi

E venne il giorno dei giganti. Ieri, a Borsa chiusa, la tripla A della tecnologia Usa (Apple, Alphabet ed Amazon) ha annunciato i conti di fine 2017, uno dei test, tra l’altro, più utili per capire l’impatto della recente riforma fiscale sull’economia Usa. E il risultato è stato un mix di più soldi per gli azionisti (Apple) e più assunzioni (Amazon) che, per paradosso, minacciano di alimentare la paura di una ripresa dell’inflazione e la prospettiva di un prossimo aumento del costo del denaro emersa dai messaggi della Fed. Il dato di oggi su occupazione e salari dovrebbe fornire elementi utili in materia.

I BOND USA TORNANO AI PREZZI DEL 2008

Nel frattempo, il mercato obbligazionario si è già adeguato. In Usa sono cominciate ad arrivare le vendite sulle scadenze più lunghe: il T-bond biennale al 2,18% torna su livelli che non si vedevano al 2008. Si risvegliano dal letargo pluriennale perfino i Jgb giapponesi e i Bund tedeschi. In questa cornice continua imperterrita la discesa del dollaro, scivolato fino a 1,251 sull’euro.

Sotto queste tensioni Meteo Borsa segnala un finale di settimana contrastato. Tutte giù le Borse dell’Asia stamattina, soprattutto quelle dell’India (BSE Sensex -1,5%) e della Corea del Sud (-1,5%). La chiusura fiacca di Wall Street sta frenando anche i mercati azionari della Cina, dove, in più, la Banca centrale di Pechino sta drenando liquidità per il quinto giorno consecutivo. Hong Kong -0,1%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (-0,3%).

La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in calo dello 0,7% (-1,3% la settimana).

WALL STREET SI RIANIMA NEL DOPO BORSA

Wall Street ha chiuso debole, in ansia per gli effetti della ripartenza dell’inflazione. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,1%, grazie alla spinta delle banche, favorite dalla tendenza al rialzo dei margini. L’S&P500 ha perso lo 0,1%, il Nasdaq lo 0,35%. Ma la seduta è stata condizionata dall’attesa dei conti dei tre Big della new economy.

APPLE DISTRIBUIRÀ 163 MILIARDI

Eloquente il segnale in arrivo da Apple. Il cfo della Mela, Luca Maestri, ha dichiarato che la società intende “ridurre in pratica a zero” le riserve accumulate all’estero al riparo dalla scure del fisco: i 163 miliardi di dollari di cassa al netto dei debiti (la liquidità di 285 miliardi) serviranno ad alimentare acquisizioni ed investimenti in Usa, ma soprattutto dividendi e buy back. La prospettiva ha compensato la delusione per le vendite di iPhone (-1%) solo in parte bilanciata dai maggiori ricavi (88.3 miliardi di dollari) per l’aumento dei prezzi degli smartphone. Il risultato? Il titolo, dopo un primo ribasso (-1%) all’annuncio dei dati del trimestre, è schizzato su nel dopo Borsa del 3,4%, a 173,49 dollari.

PER AMAZON UN REGALO FISCALE DA 789 MILIONI

Ancora più frizzante l’accoglienza riservata ai conti di Amazon: -4,20% in chiusura, un balzo all’insù del 6,27% dopo l’annuncio dei risultati da cui è emerso il raddoppio dei profitti (1,9 miliardi di affari dollari nel trimestre) grazie soprattutto a 789 milioni di dollari risparmiati con il fisco. “Il miglior uso che possiamo fare di questi DI in America”. Nel 2017 la forza lavoro al servizio di Jeff Bezos è salita di 130mila unità (566mila in tutto).

In sordina invece i conti di Alphabet (-3% negli ultimi scambi after hours dopo un minimo di -5%); i costi di distribuzione e pubblicità (+33%) necessari per sostenere i ricavi (“solo”+24%) hanno pesato sugli utili (9,70 dollari per azione).

PETROLIO IN RISALITA, BITCOIN IN CADUTA

Il petrolio Brent si riavvicina a quota 70 dollari il barile, stamattina sulle piazze asiatiche tratta a 69,8 dollari il barile, in rialzo dello 0,3%.

In attesa dei conti di Exxon e di Chevon, previsti per oggi, positivi i petroliferi. A Piazza Affari Eni +0,9%. Goldman Sachs ha rafforzato il giudizio Buy, alzando il target price a 20,0 euro da 17,80 euro. In salita anche Tenaris premiata dal broker Usa con un rialzo del target a 14,90 dollari (da 12,70).

Nuova caduta del Bitcoin, che ha lasciato sul terreno il 10%, cadendo così sui minimi da novembre a 9mila dollari. In un mese ha più che dimezzato il suo valore rispetto ai massimi di 20mila dollari toccati a dicembre.

MILANO, BRIDGEWATER SCOMMETTE SUL RIBASSO

Seduta negativa per i listini europei complice l’avvio nervoso di Wall Street, che paga l’allarme inflazione lanciato dalla Fed. La Borsa peggiore è stata Francoforte, -1,41%, fiaccata dai settori chimico, farmaceutico e automotive; più contenuti i danni a Madrid -0,5%; Parigi -0,5%; Londra -0,57%

Piazza Affari, spinta dalla galassia Agnelli, è comunque la migliore del Vecchio Continente e chiude sopra la parità: indice Ftse Mib +0,15%, a quota 23.541.

Il fondo Bridgwater, uno dei più grandi al mondo, ha aumentato la posizione “sell” sull’Italia. La scommessa ribassista contro le più importanti società quotate a Piazza Affari (18 titoli tra cui Eni, Enel, Unicredit, Generali) è arrivata a 3 miliardi di dollari, il triplo della posizione short registrata in ottobre.

L’INDUSTRIA ITALIANA PERÒ ACCELERA

Il settore manifatturiero italiano è cresciuto in gennaio al ritmo più sostenuto da sette anni, trainato dal forte flusso di ordinativi, a indicare un buon inizio di 2018 per la terza economia della zona euro. L‘indice Pmi elaborato da Markit/Adaci è salito a 59 punti, il livello più elevato da febbraio 2011

L‘inflazione nella zona euro è ancora debole, quindi la Banca centrale europea deve mantenere in piedi le misure di stimolo. È quanto ribadito dal capo economista e membro del board Bce Peter Praet. “Non abbiamo ancora portato a termine la nostra missione: con la convergenza dell‘inflazione che procede solo gradualmente, la pazienza e la perseveranza nelle nostre scelte di politica monetaria sono giustificate”, ha affermato Praet.

LA BUFALA SUI 5 STELLE METTE LE ALI AL BTP

I Btp volano a 5 stelle. L’opinabile gioco di parole è legato alla reazione dei mercato allo “scoop”(smentito) di Reuters che ha attribuito al candidato premier di M5s Luigi Di Maio dichiarazioni alla City di apertura ad un possibile governo di larghe intese. La reazione è stata l’avvio di forti ordini di acquisto sulla carta italiana che hanno provocato un calo dei rendimenti all’1,94%. Lo spread Btp/Bund ha bucato brevemente al ribasso quota 130, segnando i livelli più bassi dal 27 settembre 2016.

Il rendimento del governativo tedesco decennale tedesco sale a +0,72%, toccando il livello più alto dal dicembre 2015. Vendite anche sulla scadenza trentennale, dove il rendimento tocca quota 1,36%, massimo da gennaio 2016. La performance media dei titoli governativi tedeschi da inizio 2018 è negativa tra il -0,7% e il -1,5%. Il Bund decennale in gennaio ha perso l’1,8%.

In tensione invece lo spread Italia/Spagna: 57 punti in chiusura dopo esser salito fino a 64 pb : a dicembre, durante la crisi catalana, si era toccato un minimo di 23.

Anche la Grecia approfitta del trend positivo della periferia: Atene ha dato mandato ad un sindacato bancario di collocare la prossima settimana un nuovo titolo a sette anni.

FERRARI, CNH, EXOR: GALASSIA AGNELLI SU DI GIRI

La scuderia Agnelli è stata la protagonista assoluta della giornata. All’arrivo sale sul gradino più alto del podio Ferrari, in rialzo del 7% a 102,8 euro, dopo l’annuncio dei dati record del bilancio 2017 chiuso con un adjusted Ebitda oltre il miliardo di Euro, due anni in anticipo sul business plan dell’Ipo.

Il gruppo ha fornito le prospettive per il 2018: ricavi netti attesi a oltre 3,4 miliardi; consegne per più di 9 mila auto (incluse le supercar) e un ebitda adjusted maggiore o uguale a 1,1 miliardi. Inoltre l’indebitamento industriale netto sarà inferiore a 400 milioni. Sarà distribuito un dividendo di 0,71 per azione ordinaria (0,635 euro l’anno scorso).

Segue a parità di giro ma staccata di due incollature Cnh Industrial +4,74% a 12,48 euro che ha raggiunto con Microsoft un accordo per un nuovo progetto di trasformazione digitale che punta a fornire servizi tecnologici potenziati ai clienti dei brand agricoli del gruppo: Case Ih e New Holland Agriculture, oltre che del marchio di veicoli commerciali Iveco. In un’intervista a Bloomberg, l’amministratore delegato Richard Tobin ha parlato di un possibile scorporo e valorizzazione di Iveco.

Avanza anche la holding Exor (+1,67%). Oltre ai progressi dei titoli quotati dl gruppo, va tenuto conto dei progressi delle riassicurazioni che giocano a vantaggio di Partner Re.

RALLENTANO LE VENDITE FCA

Arretra solo Fiat Chrysler (-1,4%) frenata dal calo delle vendite del 13% a gennaio negli Usa, un dato inferiore alle attese. Ma a Borsa chiusa sono stati annunciati i risultati di gennaio sul mercato italiano: +0,7% rispetto a 12 mesi fa quanto l’incremento era stato del 3,36%. La società sottolinea “il successo dei brand Alfa Romeo (in crescita del 28,3 per cento) e Jeep, che rispetto a gennaio 2017 ha addirittura più che raddoppiato le vendite”.

PROFUMO METTE DI TASCA SUA UN MILIONE IN LEONARDO

Nel comparto industriale rimbalza finalmente Leonardo (+1,71%) dopo le vendite massicce delle ultime due sedute. Tra gli acquirenti anche l’amministratore delegato Profumo, che ha acquistato ieri 100.000 azioni della società a un prezzo medio di 9,73 euro, per un investimento totale di 973.000 euro.

Perde colpi anche Stm (-0,9%) sull’onda dei risultati di Qualcomm: il produttore di chip Usa si aspetta un calo della domanda globale di smartphone.

FINANZIARI CONTRASTATE DOPO IL GENNAIO RECORD

La prospettiva di una risalita dei rendimenti di mercato in Europa ha favorito un allungo dei settori più sensibili a questa dinamica. Gennaio è terminato con un robusto progresso delle Banche (+6,7%), dei Servizi Finanziari (+6,2%) e delle Assicurazioni (+5%).

Ma il comparto bancario ieri ha registrato una seduta a doppia velocità: Dopo una mattinata brillante il settore ha invertito la rotta: l’indice italiano in chiusura arretra dello 0,3% (-0,2% il paniere europeo). La peggiore è Banco Bpm con un calo di quasi il 2%. In calo anche Intesa (-0,7%). Salgono Mediobanca (+0,98%) e Unicredit (+0,14%).

Tra gli altri finanziari, Unipol (-2,05%) ha pagato il downgrade di Kepler Cheuvreux da buy a hold, con prezzo obiettivo confermato a 4,6 euro. Gli analisti, per giustificare il taglio del rating, hanno citato la forte performance del titolo.

ARIA DI OPA SU FERRAGAMO

Da segnalare anche l’inversione di rotta di Ferragamo: +2%, dal -3,5% iniziale. La società ha chiuso il quarto trimestre del 2017 con 389 milioni di euro di ricavi, in calo del 5% anno su anno a cambi costanti. Il consensus si aspettava 410 milioni di euro, in lieve rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I segnali della Fed sul fronte dei tassi si sono fatti sentire. Si sono così indebolite le utility: Enel -0,7%, Italgas -0,4%, Terna -0,2%. Telecom Italia -1%. Vodafone ha diffuso i risultati del trimestre: le attività italiane hanno registrato un calo dei ricavi nell’area servizi mobile, molto bene la banda larga nel fisso.

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