Mancano “solo” 15 miliardi di dollari. Con una cifra del genere, per la verità, ti puoi comprare l’Intesa Sanpaolo. Ma, vista con gli occhi dei giganti di Wall Street si tratta di peanuts o poco più. Apple inizia la settimana alla Borsa di New York dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 644,13 dollari per azione, superando il precedente record fissato ad aprile a 644 dollari. La capitalizzazione di mercato ha così raggiunto quota 603,38 miliardi di dollari, ovvero la società di maggiore valore al mondo. Ma per battere il record storico manca ancora una manciata di 15 miliardi per superare il record che Microsoft fissò nel 1999 con una capitalizzazione di 618,9 miliardi di dollari.
E’ solo questione di tempo, suggeriscono numerosi report Usa che hanno fissato un target di prezzo del titolo da 800 a 900 dollari per azione. Una professione di fede giustificata dai rumors crescenti sulle prossime meraviglie che potrebbero uscire a settimane dalla fabbrica delle meraviglie che fu di mastro Steve Jobs.
Il prossimo 12 settembre, infatti, si dovrebbe tenere a Cupertino una conferenza stampa dedicata al lancio di nuovi prodotti. Ma quali? La maggior parte delle prevsioni punta sull’annuncio ufficiale dell’ iPhone 5, ma non è escluso un annuncio più clamoroso: la quinta generazione del lettore multimediale iPod Touch, oppure l’iPad Mini al centro delle indiscrezioni del web. Anzi di recente si è saputo che lo stesso Steve Jobs, all’inizio contrario all’idea di un iPad mini, aveva cambiato opinione per far fronte alla concorrenza di Samsung. Secondo le previsioni di Peter Misek di Jefferies, il mini iPad potre essere lanciato ad ottobre ad un prezzo di 300 dollari. L’obiettivo è di vendere 8 milioni di “pezzi” con un incasso di 2,4 miliardi di dollari entro l’anno.
Ancora più febbrile l’attesa per lo sbarco della Mela nel mondo della televisione, previsto per il 2013. The Wall Street Journal ha anticipato alcune caratteristiche della prossima Apple tv simile, per funzionamento ad un iPad con tante icone utili per navigare nei programmi preferiti. Un modo di veder la tv che renderà più facile la condivisione, via twitter o Facebook, dei programmi preferiti ma anche di disporre di archivi multimediali più ricchi e facili da raggiungere di quelli a disposizione della tv via cavo.
Il vero nodo, spiega Henry Blodget su Business Insider, consiste nell’intesa che Apple dovrà comunque sottoscrivere con i grandi proprietari dei contenuti. Un accordo di comune convenienza è possibile, spiega colui che fu l’analista più importante della web economy, ma non va sottovalutato l’effetto dell’inevitabile reazione di Google, Netflix o Amazon, gli altri colossi della new economy che intendono conquistare il palcoscenico del piccolo schermo.
Secondo Misek, comunque, la iTv di Apple è già in linea di produzione presso gli stabilimenti di Sharp (colosso degli schermi) e della Hon Hai Industry, che già assembla iPad e iPhone. E’ importante, infatti, non farsi prendere in contropiede da Microsoft, che entro l’anno lancerà il suo tablet Surface, invadendo il mercato controllato da Apple e contrastare le mosse di Google (a giugno è stato lanciato il Nexus 7) e di Amazon, che ha proposto il suo Kindle Fire.