Prezzi elevati, scarsa trasparenza nelle condizioni commerciali e difficoltà nelle procedure di acquisto per quel che riguarda il Servizio Sanitario Nazionale. Sono i risultati dell’indagine, avviata a settembre 2023, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom) sul mercato degli apparecchi acustici. Sistemi a cui gli italiani si affidano sempre di più. Attualmente, circa 7 milioni di italiani hanno problemi uditivi, e tra di loro, 2,5 milioni già utilizzano dispositivi di assistenza uditiva. Rispetto però ad altri Paesi come la Francia i prezzi medi in Italia (tra 1.500 e 2.100 euro) sono più alti e con minori incentivi pubblici.
L’Autorità ha così inviato una segnalazione una segnalazione a Parlamento, ministero della Salute, ministero dell’Economia, Agenas, Regioni e Province Autonome per segnalare criticità in merito alla trasparenza delle offerte al pubblico e delle forniture del Servizio Sanitario Nazionale.
Scarsa trasparenza delle condizioni commerciali
Dall’indagine emerge una mancanza di trasparenza nelle condizioni commerciali riguardanti gli apparecchi acustici, con i consumatori che hanno difficoltà a ottenere informazioni chiare sui prezzi e i servizi correlati. Spesso, questi ultimi sono venduti insieme all’apparecchio senza distinzione, anche se rappresentano la principale spesa nel pacchetto, fatto non percepito dai consumatori.
L’Autorità ha quindi consigliato alle varie istituzioni, “anche attraverso interventi normativi, una chiara indicazione al pubblico del prezzo dell’apparecchio rispetto a quello dei servizi offerti”.
Difficoltà nelle procedure d’acquisto dal SSN
Oltre alle pratiche commerciali scorrette, vengono poi segnalate gravi difficoltà nelle procedure di acquisto pubblico degli apparecchi acustici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, a causa di una normativa poco chiara e dell’opposizione dei principali operatori commerciali. Considerando la possibilità di ritorno a un regime “a tariffa” per le forniture pubbliche, l’Autorità suggerisce che le amministrazioni coinvolte “possano svolgere gare” per garantire l’efficienza della spesa pubblica e promuovere la concorrenza.
L’Antitrust ha poi proposto di assegnare direttamente all’assistito un rimborso sotto forma di “voucher” o “buono-udito”, al fine di favorire una concorrenza tra fornitori di prodotti e servizi e consentire l’accesso a offerte adeguate e tecnologicamente avanzate.
Codacons: “vero e proprio business dell’udito”
“Sul fronte degli apparecchi acustici da tempo si assiste in Italia ad un vero e proprio ‘business dell’udito‘, con società che vendono ai cittadini strumenti e servizi a prezzi elevatissimi e condizioni poco trasparenti, tali da rappresentare una possibile forma di speculazione a danno degli utenti che soffrono di problemi all’udito” ha affermato il Codacons commentando la segnalazione inviata dell’Antitrust.
“L’indagine dell’Antitrust dimostra come i cittadini italiani siano discriminati rispetto a quelli di altri paesi europei sul fronte degli apparecchi acustici, subendo da un lato prezzi più elevati, dall’altro scarsa trasparenza sulle condizioni contrattuali – spiega il Codacons – Una situazione che si allarga all’intero Servizio Sanitario Nazionale e quindi alla collettività, e che necessita di un intervento urgente di Governo e Parlamento per bloccare qualsiasi speculazione a danno dei soggetti con problemi di udito, a partire da limiti stringenti alla vendita abbinata apparecchi-servizi, prassi che, come rilevato anche dall’Antitrust, fa salire enormemente i costi a carico dei cittadini.
L’indagine Antitrust fa crollare Amplifon in Borsa
L’indagine dell’Antitrust si fa sentire anche a Piazza Affari. Amplifon, la società leader nel settore degli apparecchi acustici, perde ad inizio trattazioni oltre il 5% scivolando in fondo al listino. Alle 11,30 il titolo perde il 2,64%.
In Italia, Amplifon è il principale operatore con una quota di mercato di circa il 40% e genera circa il 20% del fatturato complessivo del Gruppo.