La tecnologia al servizio della sanità. Come? Applicando in Italia il modello Corea del Sud. Questo il fine dell’iniziativa “Innova per l’Italia” lanciata il 23 marzo dal ministero dell’Innovazione (insieme a Mise, Miur, Invitalia e con il sostegno del commissario Straordinario, Domenico Arcuri) per provare a monitorare il contagio da coronavirus. Lo scopo è quello di limitare il più possibile la diffusione del virus agendo a priori, cioè tramite la prevenzione, e non a posteriori con le cure in ospedale.
L’ESEMPIO COREA DEL SUD
Fino a poche settimane fa la Corea del Sud era il secondo Paese al mondo per numero di contagiati dopo la Cina. Ma a differenza di quanto sta accadendo nelle varie Nazioni europee, Seul è riuscita in poco tempo a rallentare e soprattutto a far regredire i contagi. Un risultato ottenuto facendo un altissimo numero di tamponi, ma anche usando l’innovazione tecnologica e i big data per mappare tutti gli spostamenti delle persone affette da coronavirus, individuare chi era stato in contatto con loro e isolare le persone a rischio. Per farlo sono state utilizzate videocamere di sorveglianza, tracciamenti Gps e App per smartphone e tablet. Nessuno è rimasto fuori da questo tracciamento di massa, con forti deroghe alla privacy (stabilite per legge).
L’INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL’INNOVAZIONE
L’iniziativa anti-Covid 19 lanciata dal ministero dell’Innovazione mira a individuare:
“le migliori soluzioni digitali disponibili sul mercato per app di telemedicina e strumenti di analisi dati, e coordinare a livello nazionale l’analisi, l’adozione, lo sviluppo e l’utilizzo di queste soluzioni e tecnologie per il monitoraggio e contrasto alla diffusione del Covid-19”.
Fonte: ministero dell’Innovazione
Il progetto si rivolge non solo ad enti di ricerca pubblici e privati, ma anche a università, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti, startup, PMI, grandi imprese. Si potrà aderito fino alle 13 del 26 marzo.
L’obiettivo dell’iniziativa, spiega il ministero è individuare soluzione tecnologiche già realizzate nei seguenti ambiti:
1) app e soluzioni tecniche di teleassistenza per pazienti domestici, sia per patologie legate a COVID-19, sia per altre patologie, anche di carattere cronico. Rientrano in questo ambito app, siti web e chatbot per l’automonitoraggio delle condizioni di salute, rivolte a tutti i cittadini o solo ad alcune fasce (come i soggetti sottoposti a isolamento fiduciario); 2) tecnologie e soluzioni per il tracciamento continuo, l’alerting e il controllo tempestivo del livello di esposizione al rischio delle persone e conseguentemente dell’evoluzione dell’epidemia sul territorio. Rientrano in questo ambito sistemi di analisi dati, tecnologie hardware e software utili per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Fonte: ministro dell’Innovazione
Tra le prime aziende a rispondere alla chiamata del Governo c’è Vetrya, che ha presentato il progetto Pj19 supportato dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), che consorzia oltre 37 università e 8 unità di ricerca presso il CNR.
“La nostra soluzione consente di tracciare a livello nazionale la diffusione e correlazione sugli individui del Covid-19, utilizzando dispositivi smartphone e un sistema di mapping basato su intelligenza artificiale, per ricavare correlazioni tra individui e fornire alle strutture competenti l’andamento del Covid-19, consentendone un’analisi dettagliata sulla base dati in tempo reale e permettendo di tracciare i contaminati – ha dichiarato Luca Tomassini, presidente e amministratore Delegato di Vetrya nel corso di un’intervista esclusiva all’emittente Sky TG24.
“Il progetto – ha continuato Tommasini – è indipendente dagli operatori di telecomunicazioni e prevede una applicazione da installare sul proprio smartphone e una piattaforma di analisi delle correlazioni”.
Ovviamente il tutto rispettando (per quanto possibile) la privacy dei cittadini. “È fondamentale che tutti i dati devono essere raccolti e custoditi in mani affidabili e pubbliche ed oggi queste caratteristiche possono essere rappresentate solo da SOGEI, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che rappresenta un polo di eccellenza tecnologica e che custodisce già i dati di 60 milioni di cittadini italiani”, ha concluso Tomassini.