A quando la parità tra euro e dollaro? L’aggancio avverrà ad agosto, secondo Nomura, che prevede un “inevitabile” sorpasso della valuta americana su quella europea fino a 0,95. La frana della moneta unica, già scesa a 1,0238 (-10% da inizio anno), coinciderà con l’ingresso delle economie europee nel tunnel della recessione: -1,7% già nel terzo trimestre, in primis per effetto della bolletta del gas (+465% in un anno), che minaccia di lievitare ancora: l’11 luglio Gazprom chiuderà i rubinetti del gasdotto Northstream 1 per manutenzione, come avviene ogni anno.
Entro l’anno il cross euro/dollaro a 0,95. Italia e Germania nel mirino
Ma questo non è un anno qualsiasi: basta la notizia di uno sciopero in Norvegia per fare schizzare del 10% il prezzo del gas sul mercato a termine olandese, ormai a livelli insostenibili. A completare la tempesta perfetta che ha investito i mercati è, per paradosso, il tracollo dei prezzi del petrolio, spinti all’ingiù insieme al gas americano dalla prospettiva del calo dei consumi. Insomma, come si legge su Bloomberg, non fatevi ingannare dalle apparenze: “Il turismo in pieno boom non libererà l’Italia dall’incubo energia”. Date queste premesse, non stupisce che l’Orso abbia scelto l’Europa come vittima principale della crisi. Ma attenzione: per Nomura la recessione proseguirà il suo viaggio e colpirà gli Stati Uniti e le altre economie più importanti.
I future sull’Eurostoxx+1%, piatti gli Usa
Dopo il tracollo di ieri, stamane i future dell’Eurostoxx anticipano un tentativo di rimbalzo dei listini del Vecchio Continente: +1% in vista dell’apertura
Sono in rosso invece i contratti sui mercati Usa. Deboli stamane le borse asiatiche: Nikkei di Tokyo -1,2%. Hang Seng di Hong Kong -1,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,2%. Kospi di Seul -1,2%. Sulla parità la Borsa di Singapore, in rialzo dello 0,5% quella di Mumbai.
La cinese Byd (con Warren Buffett) batte Tesla
Clamoroso sorpasso nel mondo dell’auto elettrica: la cinese Byd, in cui figura una partecipazione di Warren Buffett, ha venduto a giugno più di Tesla. Torna però a far paura il Covid: le autorità hanno ordinato nuovi test di massa in nove distretti della megalopoli di Shanghai.
Crollano i petroliferi, tech alla riscossa
Seduta a più volti per i mercati americani, sotto la pressione del petrolio, in caduta fin sotto i 100 dollari. Il crollo dei prezzi delle materie prime aveva ieri inizialmente depresso tutta la Borsa degli Stati Uniti, ma nel corso della seduta la tendenza si è invertita. Il Nasdaq, favorito dalla forte discesa dei rendimenti delle obbligazioni, ha chiuso in rialzo dell’1,7%, dal -2% segnato in avvio di giornata. In positivo anche l’S&P 500 (+0,16%), mentre il Dow Jones (-0,42%) è stato penalizzato dalla discesa del settore petrolifero. Peggior titolo del paniere di riferimento è stato Halliburton (-8%).
Soffre la sterlina. Boris Johnson abbandonato da Rishi Sunak
In Europa le vendite si sono concentrate sui listini più esposti all’emergenza energetica, ovvero Milano (-2,99%) e Francoforte (-2,91%).
In forte tensione Londra (-2,91%). Si indebolisce la sterlina, dopo le dimissioni di due ministri di peso, quello dell’economia e quello della salute. Il premier Boris Johnson, che non dovrebbe riuscire a reggere all’urto di due uscite così pesanti, ha già nominato i sostituti: il posto di Cancelliere dello Scacchiere lasciato libero da Rishi Sunak sarà preso da Nadhim Zanawi, politico conservatore di origini curde, fino a ieri ministro dell’Educazione.
Il BTp al 3,13 ai minimi da un mese
I timori di recessione hanno spinto all’ingiù i tassi di mercato. Il rendimento del Treasury Note a dieci anni si è portato sui minimi dell’ultimo mese e mezzo, a 2,83%.
La curva dei tassi, sul tratto dieci-due anni, è invertita: lo spread è -1 punto base. La statistica e una parte della dottrina economica afferma che l’inversione della curva anticipa la recessione. BTP decennale a 3,13%, sui minimi da un mese.
Nel corso della notte non è arrivato sollievo per l’euro: stamattina il cross segna nuovi minimi di lungo periodo a 1,024, in calo dello 0,2%.
Petrolio giù dell’8,4%. Citi scommette sui 65 dollari al barile
L’indice Bloomberg Commodity ha chiuso in calo del 4,5%, la variazione giornaliera più ampia degli ultimi quattro mesi.
Il petrolio WTI è intorno ai cento dollari, in lieve rialzo, all’indomani del ribasso dell’8,4%. Brent a 104 dollari. Le considerazioni che hanno innescato il movimento traggono tutte origine da una domanda: se l’economia si fermerà, come stanno anticipando i dati prospettici, ci sarà un calo della richiesta di energia? Le persone spenderanno meno, andranno meno in giro in macchina ed in aereo, le fabbriche lavoreranno meno? E così via. Lo si è già visto nel corso del biennio 2007-2008, quando il prezzo del petrolio, per effetto dello scoppio della bolla dei subprime, passò velocemente da 150 dollari a 40 dollari. Ieri Citigroup ha avvertito che potrebbe arrivare nel giro di pochi mesi a 65 dollari il barile e che la prossima estate potremmo essere sotto i cinquanta dollari.
Titoli caldi: Fincantieri, Stm e Tenaris.
Fincantieri con Msc avvia la costruzione di due navi di nuova generazione a idrogeno.
Stm: le vendite globali di semiconduttori sono aumentate del 18% su anno a maggio, con tutte le categorie di prodotti e le aree geografiche in aumento.
Tenaris: Dopo il tracollo dell’8% di ieri si profila un’occasione di acquisto in caso di rimbalzo del Brent (+1%).
Saipem: ieri è finita la trattazione dei diritti in borsa. Si prevede che il consorzio di garanzia bancario dovrà sottoscrivere titoli per più del 12%.