Addio Italia. Dopo 76 anni di storia, l’iconica Ape Piaggio non sarà più prodotta negli stabilimenti di Pontedera (Pisa). La celebre tre ruote, simbolo del dopoguerra italiano, verrà ora fabbricata esclusivamente in India, dove le normative ambientali e di sicurezza sono meno rigide e il mercato garantisce buoni risultati di vendita.
L’annuncio è stato comunicato ai rappresentanti sindacali nelle scorse settimane, accompagnato da rassicurazioni sulla continuità produttiva del sito toscano, che sarà riconvertito per ospitare la produzione del Porter elettrico, nuovo veicolo commerciale a quattro ruote.
I motivi della scelta
La decisione di Piaggio è stata determinata principalmente dalle difficoltà di adeguare l’Ape agli stringenti standard europei in materia di sicurezza e ambiente. Gli aggiornamenti richiesti, come l’introduzione di airbag e sistemi di frenata assistita, richiederebbero investimenti importanti in ricerca e sviluppo, poco sostenibili per un mezzo dall’attuale mercato limitato in Europa.
Inoltre, con l’entrata in vigore di nuove normative sulle emissioni nel 2024, mantenere la produzione in Italia sarebbe diventato ancora più complicato.
Ape in India, il Porter elettrico è il futuro di Pontedera
Piaggio quindi riconvertirà lo stabilimento verso nuovi obiettivi. Al posto dell’Ape, l’azienda punterà sul Porter elettrico, veicolo commerciale a quattro ruote che risponde alle esigenze di sostenibilità richieste dal mercato europeo.
L’Ape, invece, continuerà a vivere in India, dove è già prodotta da anni in versione tradizionale e elettrica. Il mercato indiano e quello africano, meno regolamentati rispetto all’Europa, rappresentano la nuova frontiera per questo mezzo iconico, che mantiene il suo fascino e utilità in contesti differenti.
La reazione dei sindacati
La decisione ha generato sentimenti contrastanti tra i sindacati. Se da un lato c’è dispiacere per la fine della produzione di un simbolo storico, dall’altro emergono preoccupazioni per i lavoratori coinvolti.
Angelo Capone, segretario Fiom Pisa, ha sottolineato come la scelta fosse inevitabile: “Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio è una scelta in qualche modo obbligata. L’Ape è un Euro 4 a due tempi, immaginare un due tempi Euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione ma a quel punto non sarebbe più un’Ape”.
Samuele Nacci della Uilm Pisa ha evidenziato che “la produzione dell’Ape coinvolge meno del 10% del personale di Pontedera, e i lavoratori possono essere ricollocati facilmente”. Zull’Ape non c’era però scelta: “con le attuali normative non ci sono più margini per produrre in Italia. Il nostro dispiacere è per un pezzo di storia di Pontedera che se ne va, con l’Ape che sarà ancora realizzata in altri stabilimenti di altri Paesi. Forse certe leggi sono state introdotte un po’ frettolosamente, sembra che solo l’Europa si preoccupi dell’inquinamento, mentre al resto del mondo non frega nulla”.
I sindacati chiedono, però, chiarezza sugli investimenti futuri e sulle tempistiche della riconversione produttiva.
Flavia Capilli, segretaria regionale Fim Cisl, ha espresso una “cauta preoccupazione” per l’annuncio della cassa integrazione per circa 1.100 dipendenti a dicembre. “È importante sapere quali saranno i nuovi prodotti su cui si investirà per garantire stabilità allo stabilimento”, ha dichiarato.
Un pezzo di made in Italy che se ne va
L’Ape Piaggio, progettata nel dopoguerra dall’ingegnere Corradino D’Ascanio, è stata un simbolo del Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo. Con la chiusura della produzione italiana, si chiude un’epoca. Ora un nuovo capitolo all’orizzonte per il celebre “triciclo”, che continuerà a percorrere le strade di Asia e Africa, adattandosi ai tempi e ai mercati in evoluzione.
Per i nostalgici, però, l’Ape sarà ancora disponibile grazie alle scorte nei magazzini italiani, permettendo ai concessionari di proseguirne la vendita.