“I principali antidoti per combattere il diffondersi della corruzione – vera e propria tassa occulta per il sistema economico – sono una concorrenza effettiva, la certezza del diritto e la sburocratizzazione, in modo tale da ridurre i margini di discrezionalità degli interventi nella sfera economica”. Lo ha detto il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella sua relazione annuale alla Camera, sottolineando peraltro lo “straordinario lavoro” dell’Autorità presieduta da Raffaele Cantone. In tutto, nel corso del 2014, l’Autorità ha irrogato sanzioni per 186 milioni di euro, cui dall’inizio del 2015 si sono aggiunti altri 80 milioni, per un totale di 266 milioni, risorse che confluiscono nella finanza pubblica.
Ecco i passaggi più significativi della relazione di Pitruzzella.
CONFLITTO D’INTERESSI: RAFFORZARE MISURE PREVENTIVE
“La fase patologica dei divieti post-carica è stata pressoché eliminata grazie all’intensa attività consultiva – ha detto il numero uno dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, di cui quest’anno ricorre il 25esimo anniversario dalla fondazione –, ma a livello normativo vanno tuttavia ancora attuati gli interventi di riforma necessari a rafforzare le misure a carattere preventivo e i poteri di enforcement dell’Autorità, proseguendo l’iter del disegno di legge in discussione in Parlamento. Come più volte segnalato dall’Autorità, appare indispensabile soprattutto una riformulazione della nozione di conflitto di interessi che dia rilevanza, sulla scorta delle soluzioni accolte a livello internazionale, alla situazione di pericolo”.
RETE BANDA LARGA A UN OPERATORE PUO’ DIVENTARE RENDITA
“E’ necessario favorire il rapido sviluppo di una rete ultrabroadband, senza la quale i nuovi servizi digitali non avranno l’infrastruttura necessaria per svilupparsi. Va però segnalato che il controllo da parte di un operatore verticalmente integrato dell’infrastruttura di rete fissa, utilizzata per l’accesso a internet, in assenza di competizione infrastrutturale, può diventare una rendita se non sussistono garanzie idonee ad assicurare che il titolare dell’infrastruttura consenta l’accesso alla rete, a condizioni non discriminatorie, agli altri operatori”.
In questo senso Pitruzzella ha ricordato che il Consiglio di Stato ha recentemente confermato la sanzione di 103,8 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a Telecom “per aver reso difficoltoso per gli altri operatori l’accesso alla propria rete”. L’obiettivo “è a portata di mano” dopo il varo della strategia per la banda larga del governo, ha concluso, “cui ovviamente spettano le scelte di politica industriale per assicurare un assetto infrastrutturale efficiente, ferma restando la necessità di realizzare lo stesso in un contesto effettivamente concorrenziale. Ora tocca alle imprese fare la loro parte”.
SERVIZI PUBBLICI LOCALI: TROPPI OSTACOLI ALLA CONCORRENZA
Secondo il presidente dell’Antitrust, “al di là delle condotte delle imprese, nei servizi pubblici locali troppi sono ancora gli ostacoli che deprimono la concorrenza e l’innovazione, creando privilegi e rendite di posizione in favore di un numero limitato di operatori, spesso di natura pubblica. Per questo, in più occasioni, l’Autorità ha chiesto la rimozione di misure che garantivano l’estensione delle riserve ad attività liberalizzate o comunque non rientranti nell’area dell’esclusiva prevista per legge e invocato il rispetto degli stringenti requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per giustificare gli affidamenti in house e le deroghe alla concorrenza da essi discendenti. In questo settore la concorrenza sia quella nel che quella per il mercato resta l’opzione preferibile in un’ottica di riduzione della spesa pubblica e di aumento dell’efficienza dei servizi erogati ai cittadini”.
ENERGIA E ACQUA: CASI ODIOSI CONTRO I CONSUMATORI
Pitruzzella ha detto poi che “l’Autorità ha intensificato l’enforcement nei settori dell’energia elettrica, del gas e idrico, dove sono stati segnalati casi particolarmente odiosi di attivazioni di forniture non richieste, di fatturazione di ingenti somme per consumi presunti, accompagnate in alcuni casi da rifiuti di rateizzazione, minacce di distacco, avvio di procedure di riscossione dei mancati pagamenti”.
Il testo integrale della Relazione di Pitruzzella