Una storica riscoperta, Maddalena Giacente (1819-1822) di Antonio Canova (1757-1822) è il capolavoro perduto del titano italiano, che completò poco prima della sua morte (stima: £ 5.000.000-8.000.000). Essendo diventata accidentalmente una “bella addormentata” del mondo dell’arte negli ultimi 100 anni – la sua paternità è stata gradualmente dimenticata e non si sa dove si trovi – questa straordinaria scultura di Maria Maddalena in uno stato di estasi è stata commissionata dal Primo Ministro dell’epoca, Lord Liverpool (1812- 1827).
“Recumbent Magdalene” sarà una star durante l’edizione estiva di Christie’s della Classic Week a Londra. Si tratta di un’opportunità estremamente rara per il mercato di acquisire un così importante esempio di scultura neoclassica. In mostra per la prima volta presso la sede di Christie’s a Londra il 19 e 20 marzo, sarà in tournée a New York, dove sarà in mostra dall’8 al 13 aprile e poi a Hong Kong, dal 27 maggio al 1 giugno, prima di tornare a Londra per tre settimane dedicate mostra nel mese di giugno, prima di entrare a far parte della pre-vendita dal 2 al 7 luglio.
L’opera occupa un posto importante nel canone della scultura occidentale come uno degli ultimi due marmi – insieme all’Endimione – eseguiti da uno dei maggiori fautori della scultura marmorea europea. Antonio Canova fu maestro indiscusso sia nelle sue doti compositive sia nella sua capacità di tradurre quelle composizioni in marmo. La Maddalena è il culmine dei suoi studi sulla forma umana con la loro languida grazia. Serve anche come affermazione del posto di Canova nella lunga tradizione degli intagliatori del marmo in Italia, richiamandosi direttamente al lavoro di un altro dei grandi prodigi italiani, Gianlorenzo Bernini (1598-1680).
Dopo essere stata commissionata da Lord Liverpool nel 1819 – il cui interesse e influenza nelle arti è esemplificato al meglio dalla fondazione della National Gallery sotto il suo governo e la sua direzione – una recente ricerca guidata da Alice Whitehead (Francis Outred Ltd.) ha portato alla luce un’affascinante provenienza estesa. Alla sua morte nel 1828, appena sei anni dopo il completamento della scultura, il titolo e la proprietà di Lord Liverpool passarono a suo fratello, Charles, 3° conte di Liverpool, dopo la cui morte fu offerto da Christie’s quasi esattamente 170 anni fa, nel 1852, in un’asta a Fife House, Whitehall, Londra. Elencata come “La statua celebrata della Maddalena del Canova”, è stata descritta nel catalogo dell’asta come “una delle opere più belle e rifinite del Canova”. Era nella collezione di Lord Ward (poi conte di Dudley) – uno dei più eminenti collezionisti del suo tempo – nel 1856 quando era nella sua mostra Egyptian Hall, Piccadilly, Londra, così come nella mostra d’arte di Manchester del 1857 Treasures, che fu aperto da Sua Altezza Reale il Principe Alberto, da cui risale la prima fotografia conosciuta del marmo.
Dopo la morte di Lord Ward, la sua proprietà e la sua collezione passarono a suo figlio che in un momento di tragedia personale nel 1920 vendette la sua grande casa, Witley Court, e l’intero contenuto a Sir Herbert Smith, un produttore di tappeti. Fu a questo punto che l’attribuzione al Canova sembra essere andata perduta. A seguito di un disastroso incendio che distrusse gran parte della corte, la scultura passò di nuovo di mano a un’asta della casa e del suo contenuto nel 1938, dove non fu attribuita e descritta come una “figura classica”. È stato ora accertato che è stata acquistato da Violet van der Elst – un’eccentrica imprenditrice e attivista, famosa ai suoi tempi, ma ora in gran parte dimenticata – che ha costruito e perso una fortuna e ha contribuito all’abolizione della pena di morte in Inghilterra. Sebbene non fosse riconosciuta come un’opera da Canova in quella fase, la scultura fu comunque apprezzata e rimase con lei mentre la sua fortuna diminuiva, le sue numerose case furono vendute e la sua vasta collezione di arte e oggetti d’antiquariato fu dispersa, in gran parte per finanziare il suo attivismo umanitario. La Maddalena è stata registrata presente nel giardino della casa di van der Elst, in Addison Road, Kensington, dove è noto per essere rimasta dopo la vendita della proprietà nel 1959 a un mercante d’arte locale; si dice che sia stato venduto di nuovo con la casa alla fine degli anni ’60. Solo di recente è stata ristabilita la paternità e il significato della Maddalena distesa, presentando al mercato questa opportunità unica di acquisire un marmo autografo di Antonio Canova.
Mario Guderzo, importante studioso canovanese, già Direttore del Museo Gypsotheca Antonio Canova e del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa ha commentato: “È un miracolo che sia stato ritrovato l’eccezionale capolavoro di Antonio Canova, da tempo perduto, la ‘Maddalena distesa’, 200 anni dopo il suo completamento. Quest’opera è ricercata dagli studiosi da decenni, quindi la scoperta è di fondamentale importanza per la storia del collezionismo e la storia dell’arte. Testimonia l’intenso processo di pensiero dell’opera dello scultore italiano che fu testimone fondamentale del suo tempo: fedele a Papa Pio VII, ricercato da Napoleone, amato dal sovrano inglese Giorgio IV, stimato nel mondo del collezionismo europeo e di fondamentale importanza per la restituzione delle opere d’arte sequestrate sotto Napoleone. La riscoperta della ‘Maddalena distesa’ porta a conclusione una storia molto particolare degna di un romanzo, di un marmo di notevole valore storico e di grande bellezza estetica prodotto dal Canova negli ultimi anni della sua attività artistica”.