Si induriscono i toni dello scontro tra la Commissione europea e Google. L’Antitrust di Bruxelles ha chiesto al colosso statunitense “nuovi impegni per fronteggiare i rilievi posti dai concorrenti”, avvertendo la società di Mountain View che, se tali impegni non ci saranno, l’unica alternativa sarà d’inviare una lettera di obiezioni, il primo passo per l’apertura di una procedura formale, con il rischio di sanzioni per pratiche abusive anti-concorrenziali.
A renderlo noto è stato Joaquin Almunia, responsabile della concorrenza europea, che, parlando di fronte all’Europarlamento, ha accusato apertamente Google di abusare della propria posizione dominante.
Fino a prima dell’estate, Almunia si diceva certo di poter chiudere il caso Google con delle concessioni da parte del colosso americano, che sono state giudicate peroòda quasi tutti gli osservatori come estremamente favorevoli a Google. Dopo una forte pressione dei concorrenti di Google, incluso Microsoft, ma anche all’interno della Commissione europea (con molti commissari apertamente contrari alla linea soft di Almunia), il commissario spagnolo è stato costretto a fare marcia indietro.
“Se Google presenta le sue concessioni entro la fine di ottobre, lavorero’ sul caso fino all’ultimo munito del mio mandato”, ha detto Almunia, altrimenti “toccherà al mio successore”. Anche se Google dovesse presentare nuove concessioni a stretto giro, la Commissione dovrebbe analizzarle con l’opinione di tutti i dipartimenti (un processo non breve) e dovrebbe inoltre anche aspettare i commenti delle parti in causa contro Google, che sono una ventina.
Secondo alcuni osservatori, la prossima Commissione che sarà guidata da Jean-Claude Juncker a partire da novembre, sarebbe meno favorevole a Google, sotto pressione di stati (Germania in testa) apertamente scettici verso l’operato del motore di ricerca Usa.