Telecom Italia e altre sei società (Alpitel, Ceit Impianti, Sielte, Sirti, Site, Valtellina) hanno ricevuto multe dall’Antitrust per complessivi 28 milioni di euro, di cui 21,5 solo all’azienda guidata da Marco Patuano. L’intesa restrittiva della concorrenza, come spiega la stessa Autorità, riguarda una gara di Wind e Fastweb per selezionare le imprese che forniscono la manutenzione locale in caso di guasto.
Nel mirino il coordinamento, tra il 5 luglio 2012 e l’1 febbraio 2013, delle offerte economiche e di altre condizioni contrattuali nelle procedure per la selezione dei fornitori e quello sulle informazioni relative ai servizi di manutenzione correttiva, attività che viene svolta per risolvere i malfunzionamenti della rete, a cui Telecom consente di accedere agli operatori telefonici alternativi (OLO).
“A giudizio dell’Antitrust – scrive l’Autorità –, le condotte lesive della concorrenza consistono nella determinazione coordinata delle condizioni economiche contrattuali e delle informazioni trasmesse al regolatore, con l’obiettivo di limitare il confronto competitivo e prevenire l’evoluzione delle forme di erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori. Questo avveniva in un periodo di evoluzione delle modalità di erogazione dei servizi di manutenzione correttiva che avrebbero potuto determinare una maggiore disintermediazione del servizio. In particolare, l’istruttoria ha permesso di accertare l’esistenza di incontri e contatti tra le imprese sanzionate, volti a concordare le offerte economiche da presentare a Wind Telecomunicazioni e Fastweb per il servizio disaggregato di manutenzione correttiva end-to-end e, in generale, a condividere un piano di comunicazione univoca relativo alle condizioni di erogazione del servizio. Secondo l’Agcm, inoltre, le condotte esaminate erano idonee ad alterare gli incentivi degli OLO e degli stakeholder, pregiudicando la concorrenzialità del mercato”.
Da parte sua, “Telecom Italia prende atto della sanzione – scrive la società in un comunicato – ma nella convinzione di aver agito in maniera assolutamente legittima, ritiene la decisione non condivisibile in quanto i comportamenti ascritti a Telecom Italia non avevano né finalità né effetti anticoncorrenziali.La Società presenterà pertanto ricorso al TAR del Lazio per dimostrare l’inesistenza dei profili anticoncorrenziali ipotizzati nei suoi confronti. Telecom Italia ribadisce la propria volontà di continuare a garantire agli OLO un sempre migliore accesso a tutte le informazioni tecniche e procedurali relative ai propri fornitori esterni coinvolti nell’erogazione dei servizi di manutenzione della rete, facendo seguito anche al percorso intrapreso con l’Autorità di settore nella definizione di un nuovo quadro regolamentare ancora più trasparente nei rapporti con gli altri operatori e volto al rafforzamento dei processi di equivalence”.