Dura stangata dell’Autorità Antitrust su 10 produttori di acciaio, quasi tutti bresciani (tranne Riva), per complessivi 143 milioni di euro dopo aver accertato un’intesa restrittiva della concorrenza sui prezzi dei tondini per il cemento armato e la rete elettrosaldata. Il provvedimento riguarda, in misure differenti, Alfa Acciai S.p.A., Feralpi Siderurgica S.p.A., Ferriera Valsabbia S.p.A.; Industrie Riunite Odolesi I.R.O. S.p.A., O.R.I. Martin – Acciaieria e Ferriera S.p.A., Stefana S.p.A., Riva Acciaio S.p.A., Ferriere Nord S.p.A., Fin.Fer. S.p.A., ed è stato pubblicato nel bollettino settimanale dell’Authority.
Nel definire la sanzione finale, si legge nella relazione pubblicata nel Bollettino, l’Antitrust ha ritenuto di “adeguare la sanzione finale sin qui calcolata per tenere conto della drammatica crisi del settore siderurgico ingenerata, con particolare riferimento ai prodotti oggetto di istruttoria, da quella del settore edilizio” e ha quindi deciso di ridurre “del 50% la sanzione concretamente irrogabile a tutte le Parti, ad eccezione di Stefana”, che aveva cessato la produzione prima dell’avvio formale dell’istruttoria e per la quale la sanzione è stata ridotta del 90%. Le sanzioni amministrative devono essere pagate entro il termine di 90 giorni dalla notificazione del provvedimento e contro questa decisione può essere presentato ricorso al Tar del Lazio entro 60 giorni dalla notifica.