Per realizzare gli investimenti in ultra-banda larga l’Antitrust propone un modello di organizzazione analogo a quello del mercato elettrico, in cui Terna svolge il ruolo centrale di trasmissione senza offrire servizi al pubblico. In sostanza, “il modello di un operatore di rete wholesale puro – scrive l’Autorità nel suo parere al Governo –, non integrato verticalmente nella fornitura di servizi alla clientela finale che cede agli operatori di telecomunicazione servizi di accesso all’ingrosso in modo neutrale”.
Secondo l’Antitrust, inoltre, “i limiti previsti nella richiesta di parere appaiono compatibili anche con l’ipotesi di una società assegnataria dei contributi alla quale partecipino, in posizioni non di controllo, una pluralità di operatori attivi nella fornitura di servizi agli utenti finali”.
La separazione verticale degli operatori, sottolinea ancora l’Autorità, “che beneficiano di finanziamenti pubblici al fine della realizzazione delle reti di nuova generazione, unitamente all’ulteriore limite di precludere il controllo della società che concorre ai finanziamenti, costituiscono misure idonee a ridurre il rischio che le risorse pubbliche siano utilizzate per finanziare forme di sussidio incrociato ai servizi offerti in concorrenza nei mercati a valle e dunque ad alterare le condizioni competitive”.