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Antitrust: per alleviare le bollette per le Pmi, le utenze domestiche possono pagare oneri più alti

Giovanni Pitruzzella presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) si è espresso di fronte alla X Commissione Attività Produttive della Camera sulla Sen (Strategia Energetica Nazionale) e sulle principali problematiche in materia di energia.

“L’effetto della crisi economica ha determinato una caduta dei consumi (specie industriali) accrescendo il peso dei costi fissi sui bilanci delle aziende di generazione. D’altro canto, lo sviluppo degli impianti a fonte rinnovabile (Fer) (finalizzati a raggiungere gli obiettivi comunitari del cd 20-20-20) ha contribuito sia a spiazzare ulteriormente la generazione tradizionale sia a far gravare sul costo finale dell’energia una serie di oneri relativi alle incentivazioni alle Fer”.

Dal punto di vista dei costi dell’energia Agcm ha puntualizzato come sia un aspetto peculiare del nostro paese una generazione elettrica che avviene per il 50% utilizzando il costoso gas metano (altri paesi europei posso utilizzare carbone e nucleare).  

L’Agcm, considerata la promessa del Governo Renzi di voler alleviare il costo delle bollette per le Pmi del 10%, un intervento del costo stimato di 1,4 miliardi di euro l’anno, ha proposto una soluzione: ricaricare tali oneri sulle utenze domestiche. “Uno spostamento di maggiori oneri sui consumatori domestici – appare scritto in una nota- permetterebbe infatti di raccogliere risorse distorcendo minimamente i meccanismi concorrenziali e quindi evitare ad esempio che le nuove agevolazioni previste distorcano ancor di più la concorrenza tra imprese di dimensione differente. [..] Sarebbe sempre possibile, del resto, correggere l’effetto di tali maggiori imposizioni tenendo conto del reddito dei consumatori, prevedendo forme di esenzione sui redditi più bassi a carico della fiscalità generale”.

In altre parole, se si applica quanto indicato dall’Agcm riguardo agli oneri di sistema pagati dagli utenti domestici, una maggiorazione di  50 € della componente A3 sulla bolletta domestica ‘tipo’ (tariffa D2, 2.700 kWh/anno) farebbe aumentare il costo complessivo annuo dai 518 € attuali a 573 € (considerando anche l’Iva al 10% che grava sulla A3) ma soprattutto renderebbe ancora più ampia la fascia delle componenti ‘passanti’ e ridurrebbe ulteriormente la quota della bolletta su cui possono ‘giocare’ le aziende che operano sul mercato libero. Il solo prezzo dell’energia che da un già ridotto 40% della bolletta domestica passerebbe al 36% scarso rendendo ancor più difficoltoso presentare offerte che invoglino il consumatore ad uscire dal mercato tutelato.

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