Maximulta dell’Antitrust nei confronti di Roche e Novartis. Le due grandi case farmaceutiche dovranno pagare rispettivamente 92 e 90,5 milioni di euro di euro per aver costituito un cartello che ha condizionato le vendite di alcuni medicinali destinati alla cura della vista.
Secondo l’Autorità, “i due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione di un farmaco molto economico nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche (l’Avastin), a vantaggio di un prodotto molto più costoso (il Lucentis), differenziando artificiosamente i due prodotti”.
L’Antitrust sottolinea inoltre che “per il sistema sanitario nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno”.
Tra le malattie interessate dall’istruttoria spicca la degenerazione maculare senile, prima causa di cecità nei Pesi industrializzati e di cui solo in Italia sono a rischio un milione di persone. Secondo l’Antitrust, l’intesa ha avuto quale possibile conseguenza, tra l’altro, una maggior difficoltà nelle possibilità di cura per molti pazienti.
L’istruttoria è stata avviata nel febbraio 2013 dopo le segnalazioni ricevute da Aiudapds, un’associazione di cliniche private, e la SOI-Società Oftalmologica Italiana. Al procedimento hanno chiesto e ottenuto di partecipare anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo.
LA REPLICA DI NOVARTIS…
Novartis ha già annunciato che intende presentare ricorso al Tar contro la decisione dell’Autorità. La casa farmaceutica “respinge in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali messe in atto tra Novartis e Roche in Italia – si legge in una nota – e si avvarrà dei propri diritti di difesa ricorrendo in appello dinanzi al Tribunale competente. I rischi derivanti dall’uso non autorizzato di farmaci sono un problema critico e questa decisione da parte dell’Autorità incoraggia apertamente il diffuso utilizzo intravitreale non autorizzato di Avastin. Ciò è fortemente in contrasto con il contesto normativo di riferimento europeo ed italiano, che ha lo scopo di proteggere la sicurezza dei pazienti e che ora rischia di essere compromesso. La decisione di Roche di richiedere o meno per Avastin l’autorizzazione all’immissione in commercio per l’indicazione oftalmica, che al momento non possiede è stata assunta in modo assolutamente unilaterale. I fattori che impediscono o limitano l’utilizzo oculare off-label di Avastin in Italia non hanno nulla a che fare con Novartis”.
…E QUELLA DI ROCHE
Anche Roche “respinge con fermezza” le conclusioni del procedimento condotto dall`Autorità, affermando in un comunicato che “le accuse sono prive di qualsiasi fondamento” e che “ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni”.
Nel confermare “che non c`è stata alcuna intesa anticoncorrenziale con Novartis”, la società precisa “che Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono farmaci diversi – per composizione, struttura e modalità di somministrazione – sviluppati per scopi terapeutici differenti: Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un farmaco ad uso oftalmico”.