Stralciato il passaggio del provvedimento anti-terrorismo che consente di frugare nei computer dei cittadini per motivi di sicurezza. Una norma, presente nel primo articolo della legge all’esame della Camera, che aveva già suscitato polemiche per la pervasività degli interventi, pur se contingentati ai soli sospettati di reati ben precisi.
In mattinata era stata chiesta la sospensione con rinvio alla commissione, su richiesta dello stesso governo, per valutare l’emendamento presentato da Arcangelo Sannicandro, deputato di Sel, che prevedeva la soppressione integrale del comma che prevede il controllo del remoto, cioè della memoria delle comunicazioni fatte su web da cittadini sospettati di reati.
Fonti di governo hanno poi riferito che è stato lo stesso Matteo Renzi a chiederne lo stralcio: si tratta – hanno spiegato da palazzo Chigi – di un tema delicato e importante che riguarda diritti, privacy e sicurezza e che verrà affrontato in maniera più complessiva all’interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in commissione. “Abbiamo la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza nella lotta al terrorismo con quelle di tutela della privacy – ha spiegato in aula il viceministro Filippo Bubbico -, per questo motivo è utile approfondire il confronto e la riflessione sulla intercettazioni telematiche da remoto”.