Una volta decideva lo scudetto, oggi invece mette “solamente” in palio 3 punti. Eppure Juventus-Milan è sempre Juventus-Milan, cioè una grande classica del calcio italiano. Nel weekend che vede big match un po’ in tutta Europa (Arsenal-Tottenham ed Everton-Liverpool in Premier, Atletico Madrid-Real Madrid in Liga, Lione-Psg in Ligue 1), la Serie A mette in mostra la sfida numero 216 tra bianconeri e rossoneri, la 160° in campionato. Difficile estrapolare la partita dal contesto della classifica, che vede la Signora in testa con 50 punti e il Diavolo ottavo con 29. Il divario di 21 lunghezze rispecchia perfettamente quanto visto fin qui: devastanti gli uomini di Allegri, balbettanti quelli di Inzaghi. Juventus nettamente favorita dunque ma certi match, si sa, vivono di luce propria, ecco perché dalle parti di Torino c’è l’ordine di mantenere i piedi ben piantati a terra. “E’ sempre Juve-Milan, e poi loro, oltre ad avere vinto l’ultima partita, hanno fatto un ottimo mercato – il pensiero di Massimiliano Allegri. – Sono convinto che, alla fine, li ritroveremo in Europa, non è che in un mese abbiano perso tutte le loro qualità. Inzaghi poi ha tutte le qualità per far bene: non penso più ai nostri screzi del passato, io guardo avanti”. Tanto fair play sarà stato sicuramente gradito a Milanello, dove Allegri ha comunque lasciato un bel ricordo, ma nessuno si fa illusioni: il tecnico bianconero non farà sconti. “E’ la partita più difficile che potesse capitarci – ha ammesso Mauro Tassotti, ieri in conferenza al posto del febbricitante Inzaghi. – Fanno tantissimi punti e prendono pochi gol, credo abbiano una delle migliori difese d’Europa. Giocare nel loro stadio poi è molto difficile, noi però siamo pronti per battagliare. Dovremo giocare con ordine, intensità e aggressività per novanta minuti: facendo così avremmo delle chance di vittoria”. Il Milan dunque ci crede, nonostante il momento difficile (la vittoria sul Parma non ha certo cancellato il gennaio nero) e l’oggettiva emergenza che da tempo affligge Milanello. Tra infortuni (Montolivo, De Jong, El Shaarawy, Zapata, De Sciglio, Bonera, Abate) e squalifiche (Mexes e Destro), saranno ben 9 i giocatori di cui dovrà fare a meno Inzaghi. Per fortuna del Diavolo ci sono i nuovi acquisti Antonelli e Paletta, che verranno subito gettati nella mischia. Saranno loro infatti a comporre la difesa assieme a Zaccardo e Alex, alle spalle di un centrocampo che vedrà Poli, Essien e Muntari. In attacco invece c’è una discreta scelta, tanto che Cerci e Pazzini si accomoderanno in panchina a guardare Bonaventura, Menez e Honda, con l’ex granata pronto a subentrare a gara in corso. Qualche problema anche per la Juventus, costretta ad aggiungere Caceres (affaticamento muscolare) all’elenco degli indisponibili assieme ai lungodegenti Asamoah, Marrone, Romulo, al neo acquisto Matri e allo squalificato Lichtsteiner. Nonostante l’assenza dello svizzero, Allegri sembra orientato a preferire il 4-3-1-2 al 3-5-2 di Udine. Sulla destra toccherà dunque a Padoin, per il resto tutto confermato con Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa, Marchisio, Pirlo e Pogba a centrocampo, Vidal trequartista alle spalle di Tevez e Morata (favorito su Llorente) in attacco. Tre punti peserebbero tanto per entrambe, obiettivi alla mano però il match sembra leggermente più importante per la Juve. Un successo infatti manderebbe la Roma a – 10, seppur con una gara in più: la pressione, insomma, sarebbe tutta per Garcia e i suoi. “Non è vero che abbiamo già vinto il campionato, ci servono ancora tante vittorie per arrivare ai fatidici 94 punti – ha ribattuto Allegri. – La Roma è ancora in lotta per il titolo così come il Napoli, che secondo me può fare una grande rincorsa”. In testa però c’è sempre la Juve, peraltro imbattuta contro il Milan da oltre 2 anni. L’ultimo successo rossonero infatti risale al 25 novembre 2012 (1-0 Robinho), da allora 4 vittorie bianconere consecutive, 2 a San Siro e 2 allo Stadium.