Anteprima Sagrantino ha deciso anche quest’anno di anticipare in primavera la presentazione dell’annata 2018 di Montefalco Sagrantino Docg e delle nuove annate delle denominazioni del territorio di Montefalco e Spoleto. L’appuntamento per la stampa internazionale è fissato per il 25 e il 26 maggio, con lo scopo non solo delle degustazioni ma anche di far conoscere il territorio e i suoi gioielli gastronomici in un periodo dell’anno particolarmente favorevole in cui natura e ambiente si esprimono al meglio-
La valutazione dell’annata 2018 di Montefalco Sagrantino Docg sarà per il terzo anno espressa in centesimi, approfondendo i singoli parametri che compongono il giudizio complessivo, anche grazie al lavoro della Commissione esterna, composta da giornalisti e sommelier di rilievo nazionale ed internazionale, che affiancherà quella tecnica nell’esame della nuova annata. La valutazione in stelle, che sarà espressa in parallelo, andrà a comporre il borsino delle vecchie annate. Tutti elementi che forniranno un quadro esauriente sulla nuova annata ma anche delle capacità evolutive del Montefalco Sagrantino DOCG secco e passito, nonché sui vini appartenenti alle denominazioni Montefalco DOC e Spoleto DOC delle cantine partecipanti.
“Anteprima Sagrantino si conferma un appuntamento di grande attrattiva per la stampa, in particolare quella internazionale – afferma Giampaolo Tabarrini, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – che ci auguriamo, ovviamente tenendo conto delle limitazioni ancora vigenti, potrà essere di nuovo presente. Al centro della prossima edizione di Anteprima Sagrantino ci saranno i vini di Montefalco, come ovvio, ma il nostro obiettivo è anche quello di presentare in maniera integrata tutto il territorio. L’Umbria, in tutte le sue declinazioni, riscuote curiosità e interesse sui mercati internazionali, perché il collegamento tra territorio e produzioni vitivinicole funziona ed è vincente. L’Umbria ha caratteristiche che la rendono unica al mondo e sotto il suo brand, che si rafforza sempre di più, la vitivinicoltura regionale può sfruttare un’opportunità sempre più concreta di posizionamento e rafforzamento. Anteprima Sagrantino è una vetrina importante per Montefalco e i suoi vini, in un periodo dell’anno in cui la bellezza dei luoghi viene esaltata da una condizione ambientale gradevolissima che valorizza ancora di più la bellezza dei nostri luoghi, in cui paesaggio, storia, architettura ed arte si fondono in un unicum di potente suggestione”.
Montefalco, circondato da vigneti e uliveti, è situato in cima a una collina che domina la pianura dei fiumi Topino e Clitunno. Per questa favorevole posizione panoramica, dal 1568 gli è stato attribuito l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”. Da qui, nelle giornate più limpide, da vari punti belvedere è possibile ammirare un panorama a 360° che spazia per l’intera vallata tra Perugia e Spoleto, dai versanti del Subappennino a quelli dei Monti Martani.
Il toponimo Montefalco si deve, secondo la tradizione, a Federico II di Svevia. L’imperatore, visitando i luoghi nel XIII secolo, constatato il gran numero di falchi, decise di cambiare il nome della località da Coccorone (Cors Coronae) in quello attuale.
Nulla si sa con certezza sulla origine del Sagrantino. Si ipotizza che non sia una varietà locale bensì importata, forse da uno dei numerosi seguaci di S. Francesco di Assisi. Una circostanza rafforza questa ipotesi. Nel 1452, ai piedi di Montefalco, in una collinetta, a Camiano, si tenne il Capitolo Generale del Terzo Ordine francescano che nasceva allora e si era distaccato dal Conventuale di Assisi e qui si era creata una comunità fondata da Angelo Clareno, i fraticelli di povera vita. Arrivarono in questo territorio frati francescani e monaci praticamente da ogni parte del mondo allora conosciuto; quindi, niente di più facile che questo vitigno arrivasse attraverso loro. Ma c’è anche un’altra ipotesi suggestiva. Nel monastero di San Leonardo in epoca remota c’era anche un ospedale molto conosciuto e abbastanza efficiente e quindi un punto di attrazione di una moltitudine di pellegrini che andavano per via portando con sé semi, piccoli bastoni, piccole piante e, certamente, anche barbatelle.