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Ansaldo-Hitachi, la Procura di Milano apre un’inchiesta

I magistrati dovranno accertare che il prezzo di cessione di Ansaldo Sts non sia stato comunicato al mercato in modo distorto allo scopo di favorire la contestuale cessione della consociata Ansaldo Breda, in questo modo danneggiando i soci di minoranza di Ansaldo Sts.

Ansaldo-Hitachi, la Procura di Milano apre un’inchiesta

Manipolazione di mercato e eventualmente ostacolo alla vigilanza. Queste teoricamente le due ipotesi di reato per le quali la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, delegando il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza a indagare sugli accordi intercorsi tra il colosso giapponese Hitachi e Finmeccanica, preliminari all’offerta pubblica di acquisto del gruppo nipponico sul 40% di Ansaldo Sts, prelusivi all’opa obbligatoria successiva sull’intero capitale della controllata di piazza Montegrappa.

L’indagine è al momento ancora contro ignoti e dunque senza indagati. La decisione del procuratore aggiunto Francesco Greco coordinatore del primo dipartimento reati economici della procura milanese, è giunta all’indomani del pronunciamento della Commissione di controllo per le società e la Borsa, che avrebbe individuato l’esistenza di una collusione tra Hitachi e Finmeccanica nel processo di cessione del 40% di Ansaldo Sts, sottovalutando il prezzo di quest’ultima a vantaggio dell’altra controllata Ansaldo Breda, società in difficoltà patrimoniali e ceduta contemporaneamente a quella specializzata nelle segnalazioni per ferrovie.

Compito dei magistrati del pool guidato da Greco e dei finanzieri sarà, dunque, quello di accertare che il prezzo di cessione di Ansaldo Sts non sia stato comunicato al mercato in modo distorto e al «ribasso» allo scopo di favorire la contestuale cessione della consociata Ansaldo Breda, in questo modo danneggiando i soci di minoranza di Ansaldo Sts (che avrebbero ricevuto una cifra inferiore rispetto a quella congrua) e soprattutto accertando la correttezza dei parametri con i quali il Cda di Ansaldo Sts accettò il prezzo dell’offerta giapponese fissandolo a 9,50 euro.

Anche in considerazione del fatto che la Consob, sempre ieri, ha modificato il prezzo dell’Opa al rialzo portandolo a 9,899 e prolungando l’offerta, in scadenza domani, fino al 19 febbraio. La decisione della commissione guidata da Giuseppe Vegas è giunta a due mesi di distanza dagli esposti contestuali che due fondi d’investimento Amber Capital e Bluebell Partners (che chiedevano che il prezzo dell’Opa fosse fissato a un livello significativamente più elevato: 15 euro) avevano depositato sia ai magistrati sia alla Consob. 

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