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Anima sopra il prezzo dell’Opa Banco Bpm: la partita si complica con Unicredit e Mps

Imagoeconomica

Anima continua a galleggiare sopra il prezzo dell’offerta pubblica d’acquisto (Opa) lanciata da Banco Bpm all’inizio di novembre, spingendo gli operatori a porsi molte domande. Il titolo nel corso della mattinata ha registrato un progresso dello 0,24%, portandosi a 6,3 euro, livello superiore ai 6,2 euro proposti da Giuseppe Castagna.

Anima nel mirino: tra rilancio di Banco Bpm e l’ombra di Unicredit

Tra le sale operative ci si interroga su chi stia acquistando le azioni e per quale motivo. Banco Bpm potrebbe rilanciare al rialzo, come per altro il mercato ha pensato sin da subito. D’altra parte il ritocco dell’offerta non è affatto facile né veloce. Dopo che Unicredit ha lanciato un’Ops su Banco Bpm, l’ad Giuseppe Castagna ha le mani legate e potrebbe migliorare la proposta su Anima solamente convocando un’assemblea straordinaria che approvi l’operazione. Forse qualche investitore si è armato di pazienza e sta puntando sulla lunga attesa. O forse si inizia a ragionare sul fatto che Anima possa diventare l’oggetto del contendere dell’ingarbugliata partita a scacchi che si sta giocando tra Banco Bpm, Mps e Unicredit. Nei giorni scorsi Il Giornale è arrivato a ipotizzare che Anima sia il vero target di Andrea Orcel, numero uno di Unicredit. L’ipotesi non è peregrina in uno scenario di tassi di interesse calanti e quindi margini bancari più ristretti, con il risparmio gestito che potrebbe essere fonte di guadagni. Inoltre, non va dimenticato che Unicredit ha venduto nel 2017 la sua Pioneer ad Amundi e copre la gestione del risparmio della propria clientela con un contratto commerciale siglato con la stessa Amundi, che scadrà nel 2027. Il governo, comunque, vorrà dire la sua sulla partita, visto che ha voce in capitolo: Poste detiene il 10,32% del capitale della sgr e il Fondo Strategico Italiano il 9% e la loro influenza è tutt’altro che marginale.

Di sicuro se il prezzo delle azioni di Anima rimanesse sopra quello dell’Opa proposta da Banco Bpm, sarebbe probabile che l’operazione non vada a buon fine, rendendo ancora più complicata una situazione già abbastanza intricata tra Unicredit, Banco Bpm e anche Mps. Va ricordato infatti che Anima non solo deve la sua origine all’istituto senese, ma è legata a doppio filo alla banca dal momento che il 12% della propria raccolta retail è fornita dalla rete di sportelli di Mps.

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