I dati sulla raccolta netta di Anima, risultata negativa, non hanno fatto bene al titolo in borsa stamane, ma per la società, coinvolta nell’aumento di capitale da 2,5 mld del Monte dei paschi di Siena, si starebbe per aprire un nuovo progetto che coinvolgerebbe Poste Italiane.
Il titolo stamane perde il 2,91 pct a 3,14 euro, ma negli ultimi 5 giorni ha visto un guadagno dell’8,50 pct.
Anima Holding: a settembre raccolta netta del risparmio gestito negativa per 175 milioni
Stamane i dati del Gruppo Anima di settembre mostrano una raccolta netta di risparmio gestito (escluse le deleghe assicurative di Ramo I) negativa per 175 milioni di euro (376 mln a settembre 2021, 28 mln nel mese di agosto 2022), per un totale da inizio anno positivo per 831 milioni di euro (erano 2,4 mld nei primi 9 mesi del 2021, 1 mld ad agosto 2022).
A fine settembre le masse gestite complessivamente dal Gruppo Anima si attestano a circa 175 miliardi di euro. “Il nostro Gruppo chiude il secondo trimestre con un dato di raccolta sostanzialmente stabile, con il mese di settembre che ha inevitabilmente risentito dell’andamento fortemente negativo dei mercati”, ha detto Alessandro Melzi d’Eril, amministratore delegato di Anima Holding. “Nonostante il quadro di breve periodo resti di difficile lettura, si intravedono sia nel mondo obbligazionario che in quello azionario delle interessanti opportunità di recupero, soprattutto in una logica di accumulo graduale” ha aggiunto.
In vista dell’aumento di capitale di Mps, Poste Italiane potrebbe crescere in Anima
Anima Holding in vista della sua partecipazione all’aumento di capitale della banca senese sta rinegoziando la partnership commerciale con Banca Monte dei Paschi di Siena e la sua aspirazione a restare la principale società indipendente del risparmio gestito in Italia potrebbe incontrare il supporto del Tesoro.
In tale ambito Poste Italiane potrebbe incrementare la sua attuale quota, secondo alcune fonti citate da Reuters, il che oltretutto difenderebbe la società da una potenziale offerta estera. Una sorta di golden power operativo. Poste Italiane è controllata dallo Stato attraverso Cdp con il 35% e Mef con il 29,3%.
Anima punta a un ruolo di leader nel risparmio gestito in Italia
Con 204 miliardi di euro di asset in gestione a fine 2021, Anima, con sede a Milano, è un attore importante in Italia in cui la ricchezza finanziaria delle famiglie ammonta a 5.000 miliardi di euro. Ed è anche un significativo investitore nei circa 2.300 miliardi di titoli di Stato in circolazione.
Nel 2015, Monte dei Paschi aveva venduto il 10,3% di Anima a Poste Italiane, che attualmente è il secondo azionista dell’asset manager dopo Banco Bpm. Poste e Anima sono legate anche da una partnership di lungo periodo nel settore dell’asset management.
Nel 2017, le due società avevano promosso con Cdp un’offerta congiunta per Pioneer, attività di asset management di UniCredit, che però sono state acquisite dalla francese Amundi.
Timori per un attacco dalla Francia
Proprio Amundi Asset Management funds lo scorso maggio ha rilevato il 5,1% in Anima, avvenuta un mese dopo che Credit Agricole (principale socio di Amundi con una partecipazione del 69% circa) era diventato il maggior azionista di Banco Bpm (con una partecipazione del 9,2%) e ciò aveva suscitato preoccupazioni in Italia. Il Credit Agricole aveva rilevato via opa il Credito Valtellinese nel 2021.
Un’eventuale offerta straniera su Anima è stata anche discussa in un incontro tra i rappresentanti dell’asset manager ed esponenti del Tesoro alcune settimane fa, hanno detto le fonti.