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Anima, Caltagirone alza la sua quota al 5,3% dal 3,2%

La sgr milanese guidata da Alessandro Melzi d’Eril con il suo ghiotto portafglio di risparmio gestito è al centro degli interessi dei giocatori

Anima, Caltagirone alza la sua quota al 5,3% dal 3,2%

La partita di risiko tra le banche italiane continua e anzi, si fa sempre più stringente. La mano oggi è di Caltagirone il quale, secondo quanto emerge dalle ultime rilevazioni Consob, detiene ora il 5,3% del capitale di Anima Holding, in aumento quindi rispetto al precedente 3,2%. L’editore e costruttore romano era entrato la prima volta nel capitale della sgr nel maggio del 2022. Da non dimenticare che lo stesso Caltagirone pochi giorni fa aveva anche aumentato la sua posizine in Montepaschi, salendo dal 3,5 al 5%.

Riassunto delle puntate precedenti

La sgr milanese guidata da Alessandro Melzi d’Eril con il suo ghiotto portafglio di risparmio gestito è al centro degli interessi dei giocatori. All’inizio di novembre il socio e distributore storico di Anima, Banco Bpm, ha lanciato un’opa da 1,6 miliardi sulla società per integrarla nel gruppo. Pochi giorni dopo Anima ha investito nella privatizzazione di Mps comprando un altro 3% dal Tesoro insieme ad altri soci italiani come lo stesso Caltagirone, il Banco e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio con l’idea amata dal governo di creare un terzo polo bancario alternativo a Intesa Sanpaolo e Unicredit. Proprio Orcel ha poi proposto una ops sul Banco Bpm da 10,1 miliardi a fine novembre a un prezzo però che non ha soddisfatto i soci di piazza Meda, mentre il governo ha sguainato la spada del golden power. Venerdì scorso invece il Crédit Agricole ha incrementato al 15,1% la partecipazione potenziale in piazza Meda con l’obiettivo di arrivare al 19,9% dopo l’ok della Bce. Credit Agricole sarebbe d’accordo ad approvare la fusione di Banco Bpm con Mps, lasciandosi diluire e tornando al 10% iniziale, scrive oggi Repubblica, riferendo il pensiero raccolto da ambienti vicini al governo.

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