Maretta, anzi terremoto all’Anie, la potente Federazione di Confindustria che riunisce i comparti elettrotecnici ed elettronici (1.500 industrie, per 84 miliardi euro di aggregato nel 2019, il 30% del totale delle spese in R&D del Paese). L’Anie è stata per così dire commissariata da Confindustria. Oggetto della pesante decisione presa in grande riservatezza di recente dai probiviri del vertice industriale italiano, la contestata vicenda collegata alla nomina del nuovo presidente di Anie, che avrebbe dovuto essere Andrea Maspero (Maspero Elevatori) al posto di Giuliano Busetto (Siemens Italia) in carica dal 2016.
Come accade sistematicamente ad ogni elezione a cariche di così rilevante peso politico-economico, all’interno dell’Anie si erano mosse correnti avverse a questa successione, probabilmente collegate ad alti funzionari, un movimento culminato in una autocandidatura di Federica Guidi, ex ministro per lo Sviluppo Economico del governo Renzi, giunta però fuori tempo massimo e, perciò, irricevibile a giudizio dei probiviri. Bypassando Anie, Guidi ha chiesto l’intervento di Confindustria, che ha determinato lo stallo delle procedure e il blocco della nomina di Maspero a presidente. La Guidi, che è stata ministra dello Sviluppo economico nel Governo Renzi e che fu costretta a dimettersi per una campagna avversa rivelatasi infondata, non sembra però intenzionata a mollare.
Non è la prima volta che l’Anie si trova coinvolta in pesanti polemiche: la più grave riguarda il comparto che per decenni è stato la sua punta di diamante, quello degli elettrodomestici con primati mondiali, che per due volte si era trovato in dissidio con gli alti burocrati interni e con i vertici di altri settori, uscendo ufficialmente dalla Federazione due volte, l’ultima delle quali, come Applia, nel 2020, e tornando definitivamente in Confindustria.