Rifiuto secco, con un giorno d’anticipo. Evidentemente Carlo Ancelotti non poteva più aspettare e ha detto no al Milan, questa volta in maniera definitiva. Era attesa per oggi la sua risposta all’offerta rossonera, un triennale piuttosto vantaggioso con il quale, secondo i piani di Via Aldo Rossi, avrebbe dovuto rilanciare la triste squadra degli ultimi anni. Ma ieri sera Ancelotti ha preso tutti in contropiede declinando la proposta con un comunicato su Twitter: “Ringrazio il Milan per l’interesse. E’ difficile dire di no a un club che voglio tanto bene. Devo riposare. Vi auguro il meglio”.
Di questi 140 caratteri Berlusconi e Galliani hanno dovuto prendere atto, senza possibilità di appello. E adesso? Si volta pagina, su questo non c’è dubbio, però bisogna fare in fretta. Il campionato è finito con un decimo posto da archiviare il prima possibile, ecco perché la scelta del nuovo allenatore (nessuna chance per Inzaghi nonostante il contratto in essere) è una priorità assoluta. Mihajlovic, Montella e Donadoni, la lotta per la panchina rossonera sembra essersi ridotta a questo terzetto, nonostante Emery, corteggiato dal Napoli, si stia prendendo una pausa di riflessione un po’ sospetta.
Ci sarebbero anche la coppia Lippi-Brocchi, con il ct campione del mondo nel ruolo di supervisore tecnico e il sogno Antonio Conte ma le opzioni, pur per motivi diversi, rasentano l’impraticabilità. Favorito? Difficile sbilanciarsi: le proiezioni danno Mihajlovic in leggero vantaggio ma, al momento, nessun candidato ha ancora preso il largo. La panchina del Milan resta vacante e, a dire il vero, non è l’unica.
Napoli e Sampdoria sono ufficialmente a caccia e a breve anche la Fiorentina potrebbe seguirle. L’intreccio coinvolge Mihajlovic, Montella, Emery, Donadoni e Sarri: basterà muovere un tassello e il domino scatterà automaticamente. Gli azzurri, salutato Benitez (prevista per oggi la sua presentazione ufficiale al Real Madrid), hanno virato su Emery ma viste le titubanze dello spagnolo potrebbero rituffarsi su Mihajlovic, fino a poco tempo fa il favorito, senza però dimenticare Prandelli e Spalletti, tecnici di nome e svincolati.
La Sampdoria intanto è vicinissima a Zenga, per quello che sarebbe un clamoroso ritorno; dovesse saltare ecco che Ferrero potrebbe puntare su Donadoni o Sarri, meno fumantini ma decisamente bravi. Più nebuloso il futuro di Montella, legato alla Fiorentina da un contratto (con tanto di clausola rescissoria da 5 milioni) ma ancora indeciso sul da farsi: il rapporto con la piazza sembrava essersi incrinato, poi sono arrivati gli applausi del Franchi a cacciare qualche nube. Staremo a vedere, ma non per molto. Il mercato degli allenatori si decide adesso, per dare poi il là alle campagne acquisti vere e proprie.