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Amplifon entra nel mercato turco: acquistato per un milione di euro il 51% di Maxtone

L’azienda produttrice di apparecchi acustici sbarca in Turchia, un mercato in forte crescita e considerato strategico – Sale il titolo in Borsa.

Amplifon entra nel mercato turco: acquistato per un milione di euro il 51% di Maxtone

Amplifon entra nel mercato turco. L’azienda che produce e distribuisce apparecchi acustici ha concluso per 1 milione di euro l’acquisizione del 51% di Maxtone, realtà operante in Turchia nella commercializzazione delle soluzioni per l’udito. In Borsa il titolo sale dello 0,86% contro un Ftse All Share che cede lo 0,19%.

La Turchia rappresenta per Amplifon un’area geografica non ancora presidiata e giudicata strategica per le potenzialità di crescita futura: il Paese si classifica al 14esimo posto tra le maggiori economie mondiali e il mercato per gli apparecchi acustici è salito tra il 2001 e il 2010 del 15% in media all’anno passando da 25 mila unità a 100 mila. È una realtà interessante anche per le caratteristiche del mercato: esiste una politica di rimorsi dal parte del sistema sanitario pubblico ritenuta efficace e sostenibile, una regolamentazione in materia e la popolazione di 72 milioni di abitanti è concentrata per circa 26 milioni in solo cinque grandi città.

In questo contesto, il player turco Maxtone ha sviluppato un approccio retail che si basa su concept store, 8 negozi distribuiti proprio nelle principali cinque città: Ankara, Istanbul, Izmir (già aperti) e Bursa e Adana (di prossima apertura). Per il 2012 il fatturato atteso è di circa 2 milioni di euro. Il risultato è un approccio orientato alla formula mista medicale/retail, in controtendenza rispetto al più comune approccio solo medicale.

“All’interno di un mercato fortemente frammentato come quello turco il Gruppo Amplifon ha dimostrato ancora una volta la capacità di individuare un’azienda locale con un modello di business retail ed un codice di valori aziendali simile al proprio e che gode, tra l’altro, di un’eccellente reputazione presso la comunità medico-scientifica”, ha commentato l’ad Franco Moscetti.

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