Gli apparecchi acustici di Apple faranno davvero concorrenza ad Amplifon & C.? Se lo chiedono in tanti dopo che la scorsa settimana, nel corso dell’evento “It’s Glowtime” a Cupertino, l’azienda della mela ha presentato i nuovi AirPods Pro 2 con funzionalità di dispositivo acustico. In realtà non sono dei veri e propri apparecchi ma un software che permetterà alle “cuffiette” di avere delle funzionalità simili a quelle di un apparecchio acustico over the counter (OTC), ovvero un dispositivo “da banco” come quelli commercializzati da due anni negli Stati Uniti. L’iniziativa, abbinata alla possibilità di effettuare test uditivi, rientra nell’ampio disegno di Apple di proporre l’iPhone e i prodotti associati come dispositivi in grado di monitorare la salute delle persone e fare prevenzione.
AirPods Pro 2: opportunità o minaccia?
La notizia ha portato diversi commentatori a parlare di minaccia per i principali produttori o distributori di apparecchi acustici come Sonova, Demant e l’italiana Amplifon. Ma è davvero così? Per gli analisti delle principali banche d’affari che seguono il settore hearing – da Carnegie ad Akros, da Bank of America e BNP Paribas – non c’è alcuna minaccia. Al contrario, come sottolinea in una nota Bnp Paribas, si intravede un’opportunità per Amplifon & C.
Gli AirPods Pro 2, che hanno avuto anche il via libera della Food and Drug Administration negli USA (mentre non è ancora chiaro cosa accadrà in Europa), sono dei dispositivi OTC (over the counter, ovvero da banco) per perdite uditive da lievi a moderate (tipiche della popolazione under 60-65), oggi vendibili liberamente solo in alcuni paesi (come appunto gli Stati Uniti) senza l’ausilio degli audioprotesisti, i professionisti della cura dell’udito. Hanno un mercato potenziale molto grande e appetibile, da circa 1 miliardo di persone nel mondo, ma è anche la fascia di popolazione più riluttante a dotarsi di un apparecchio (a due anni dall’introduzione, gli OTC oggi negli USA valgono solo l’1% del mercato). Saranno dispositivi OTC anche i nuovi Nuance Audio che EssiLux dovrebbe lanciare sempre negli USA a fine 2024.
I nuovi AirPods sono dispositivi da utilizzare in situazioni specifiche (come conversazioni in luoghi rumorosi) e per un tempo ridotto per via dei limiti di batteria (qualche ora). Per stessa ammissione di Apple, non risolvono problemi di perdita uditiva da moderata a grave (“questi strumenti – scrive Apple nel comunicato stampa di annuncio – potranno aiutare le persone a proteggersi dall’inquinamento acustico, ad avere consapevolezza dei cambiamenti del proprio udito nel tempo e ad avere conversazioni importanti con i propri specialisti dell’udito quando sarà necessario un maggiore supporto”).
Per questo, sottolinea BNP, la popolarità di Apple ha il potenziale per aumentare significativamente la consapevolezza tra le persone con perdite uditive lievi e moderate e potrà aiutare a rimuovere lo stigma che ancora circonda i problemi di udito o ipoacusia. Tuttavia, fanno notare gli analisti, le perdite dell’udito peggiorano con l’età. “Ciò – scrive Bnp in una nota – richiederà prodotti più sviluppati e complessi che dubitiamo Essilux e Apple svilupperanno internamente….Infine, non escludiamo che la vita limitata della batteria degli AirPods Pro 2 possa favorire una più veloce transizione verso gli apparecchi acustici tradizionali”.
Gli apparecchi acustici tradizionali
Tali dispositivi “tradizionali” sono in realtà sempre più innovativi, hanno batterie che durano molto di più e sono caratterizzati da servizi e funzionalità di ultima generazione. Riguardano persone con ipocausia da moderata a grave, generalmente con più di 65 anni. Sono commercializzati da operatori come Amplifon, che si avvalgono della presenza indispensabile dell’audioprotesista, un professionista della cura dell’udito – difficilmente sostituibile dalla sola tecnologia – che aiuta le persone a scegliere il dispositivo giusto e ad adattarlo al proprio orecchio e alla propria perdita.
Numerosi studi clinici, infatti, mostrano come sia fondamentale avviare un percorso riabilitativo con l’ausilio di audioprotesisti, come quelli che si trovano nei circa 10.000 punti Amplifon nel mondo. L’innovazione è un trend inevitabile in tutti i settori e certamente l’iniziativa di Apple rappresenta un’evoluzione molto positiva e promettente. Ma è certamente prematuro pensare a una minaccia per gli operatori tradizionali del settore hearing care, che continuano a loro volta a innovare e possono contare su personale specializzato a supporto delle esigenze delle persone, specie di quelle più anziane con maggiori problemi di ipoacusia.