Il Viminale ha scelto la data delle prossime elezioni amministrative, che coinvolgeranno 1.021 Comuni italiani, di cui 153 superiori ai 15.000 abitanti: i residenti in quei Comuni (più di 9 milioni in tutto) saranno chiamati alle urne domenica 11 giugno per eleggere sindaci, consigli comunali e consigli circoscrizionali. La data è stata fissata dal ministro dell’Interno Marco Minniti con proprio decreto, in cui si precisa che l’eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci avrà luogo domenica 25 giugno, come da consuetudine due settimane dopo il primo turno.
Vanno al voto in particolare quattro capoluoghi di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila. Da segnalare anche le consultazioni di Como, Lodi, Legnano, Sesto San Giovanni, Monza, Belluno, Padova, Verona, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Lecce, Taranto, Trapani.
PALERMO – Una delle sfide chiave è quella del capoluogo siciliano, dove il favorito è il primo cittadino uscente, Leoluca Orlando, che si candida per il suo quinto mandato complessivo (il primo è stato nel 1985): Orlando è sostenuto dalla coalizione “Democratici e Popolari”, formata dal Pd e dall’area popolare (Alternativa popolare, ovvero l’ex Ncd, e Centristi per l’Europa). A sfidarlo ci sarà il candidato del Movimento 5 Stelle Ugo Forello, che ha vinto le comunarie a gennaio ma è stato poi sfiduciato dai parlamentari del Movimento e travolto dalla grana delle firme false. L’outsider potrebbe invece essere l’indipendente Fabrizio Ferrandelli, già candidato nel 2012 e leader del movimento “I Coraggiosi”, con un profilo secondo alcuni a metà tra i grillini e l’Orlando prima maniera: su di lui si è però abbattuta una grana giudiziaria non da poco: è accusato dal pentito Tantillo di voto di scambio politico-mafioso. Per il centrodestra è in gara Francesco Greco.
GENOVA – Partita appassionante anche quella di Genova, dove di recente Beppe Grillo ha silurato la candidata scelta dalle comunarie a 5 Stelle e soprattutto dove il Pd deve riscattare la cocente sconfitta subita alle regionali del 2015, quando il candidato del centrodestra Giovanni Toti sconfisse a sorpresa Raffaella Paita. Il centrosinistra ci riprova con Gianni Crivello, attuale assessore alla Protezione civile del Comune di Genova: non si ricandida dunque il primo cittadino uscente Marco Doria. Gli sfidanti saranno Marco Bucci del centrodestra e Luca Pirondini del Movimento 5 Stelle, al posto della revocata Marika Cassimatis.
L’AQUILA – Si preannuncia invece una situazione più confusa nel capoluogo abruzzese, dove sia il centrodestra che il centrosinistra sono divisi sui candidati da presentare. Non ci saranno le primarie nel centrodestra, anche se i salviniani spingono per disputarle; sono in bilico anche quelle del centrosinistra, perché alla fine piccoli gruppi di partitini potrebbero trovare la quadra a tavolino su un nome del Pd. Il nome nuovo proposto da Forza Italia è quello di Luca Bergamotto, anche se la Lega insiste per Luigi D’Eramo. Il dopo Massimo Cialente, insomma, sarà una partita tutta da giocare e questo potrebbe essere l’anno delle liste civiche, di un polo centrista o del Movimento 5 Stelle, che però a L’Aquila finora non ha mai particolarmente attecchito.
PARMA – Altra sfida affascinante, anche se non si tratta di un capoluogo di regione (ma comunque un Comune da 144mila elettori), è quella di Parma, dove il sindaco uscente Federico Pizzarotti, eletto nelle fila del Movimento 5 stelle e poi fuori dal partito dopo le note polemiche con Beppe Grillo, ha annunciato la sua candidatura ad un secondo mandato, con la lista civica “Effetto Parma”. I grillini ci riproveranno lo stesso, ma la sensazione è che buona parte del loro elettorato seguirà lo stimato primo cittadino uscente. Il Pd invece, tramite le primarie, ha scelto Paolo Scarpa. L’outsider è Luigi Alfieri della lista civica “Parma non ha paura”.
Per la precisione vanno alle urne 796 città nelle regioni a statuto ordinario e 225 nelle regioni a statuto speciale, dove lo svolgimento delle elezioni è fissato autonomamente, anche in data diversa da quella prevista per le regioni a statuto ordinario. Nel dettaglio, 153 sono i comuni superiori ai 15.000 abitanti, di cui 25 comuni capoluogo di provincia (tra questi 4 comuni capoluogo di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila) e 858 comuni inferiori ai 15.000 abitanti. Sul sito www.interno.gov.it è consultabile l’elenco completo dei comuni interessati: nel complesso sono chiamati al voto quasi 10 milioni di cittadini.