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Amici e boy(girl)friend virtuali sono alla portata di tutti

Una start up australiana, McCyber Twin, con uffici a Sydney e a New York, si è specializzata in software che forniscono assistenti virtuali – Non solo quelli che rispondono al telefono e danno risposte automatizzate – Ma anche robot virtuali che assumono le sembianze di amici o mentori o perfino boy(girl)friend.

Amici e boy(girl)friend virtuali sono alla portata di tutti

Una start up australiana, McCyber Twin, con uffici a Sydney e a New York, si è specializzata in software che forniscono assistenti virtuali. Non solo quelli che rispondono al telefono e danno risposte automatizzate. Non solo quelli come ‘Siri’, l’assistente con voce umana che risponde a varie domande sull’iPhone della Apple. Ma anche robot virtuali che assumono le sembianze di amici o mentori o perfino boy(girl)friend.

Avete bisogno di qualche conforto affettivo? C’è un avatar che vi manda messaggi affettuosi sul vostro telefonino. Liesl Capper, la creatrice del McCyber Twin, dice che “ognuno dovrebbe avere la possibilità di ricorrere a un assistente virtuale, a uno ‘schiavo’, se volete”: può gestire i problemi pratici della vita, o fare da allenatore personale per la vostra ginnastica, o semplicemente stimolarvi con lazzi e frizzi quando siete annoiati. Liesl sa che la gente odia parlare a una voce computerizzata, ma afferma che i suoi “software conversazionali” sono così avanzati che danno l’impressione di parlare una persona vera. Liesl offre vari modelli di ‘chat robots’ con differenti personalità e stili di conversazione, e ‘cervelli digitali’ che interagiscono con le risposte date dalla persona umana che li utilizza, e affinano la conversazione. La sua laurea in psicologia aiuta, ma è rimasta nondimeno esterrefatta dalla risposta degli utilizzatori: “Quando mettiamo a disposizione questi personaggi digitali, l’utilizzatore medio spende 20 minuti conversando, e poi spesso torna e si crea un rapporto”. Liesl Capper prevede che fra dieci anni un 15-20% dell’interazione umana avverrà con ‘chat-robots’. (Speriamo di no).

http://www.brisbanetimes.com.au/small-business/growing/slaves-that-are-reflections-of-ourselves-20121118-29k63.html

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