Appuntamento a fine settembre con eventi anche a maggio e giugno. Sostenibilità, ambiente, paesaggio per un “ turismo lento” post coronavirus.
In cammino per settembre con due tappe intermedie: 21 maggio e 26, 27, 28 giugno prima del finale a fine settembre. Il San Marino Green Festival 2020 è partito. L’organizzazione ha scontato tutte le preoccupazioni del coronavirus e dei contagi in Emilia Romagna, ma ce l’ha fatta. Come tutti gli eventi in programma in questo orribile 2020, i promotori hanno usato una piattaforma web per farci sapere che il 26 e 27 settembre ci si ritroverà nella piccola Repubblica per concludere la kermesse ideata e diretta da Gabriele Geminiani.
La prima tappa di maggio coinvolgerà quattro Comuni delle vallate limitrofe: Monte Cerignone, Pennabilli, Sassocorvaro Auditore e Verucchio. Cosa si farà? Ad ognuno di questi pittoreschi centri è stato associato un tema importante.
Gli amministratori locali, i rappresentanti delle Pro loco, gli appassionati discuteranno di turismo sostenibile, agricoltura biologica, identità territoriale, arte diffusa. Per un paio d’ore saranno sulla piattaforma Zoom per definire insieme le linee guida di un itinerario slow, per il turista “post-Covid”. Un soggetto ancora sconosciuto, ma sicuramente da coltivare. E qui dove il turismo è parte determinante dell’economia, bisogna continuare ad attrarlo quel viaggiatore disteso.
Ciò di cui si discuterà nei quattro comuni sono i temi centrali del Festival che si propone come osservatorio anche sul vicino Montefeltro. I due Segretari di Stato della Repubblica – quello per il Territorio ,Stefano Canti e quello per gli Interni, Elena Tonnini – quando hanno presentato la manifestazione hanno riconosciuto all’evento prima di tutto una funzione comunicativa. In zone altamente turistiche ma di antiche tradizioni artistiche e artigianali c’è bisogno di informazioni giuste, trasparenti e di far crescere sensibilità nuove. San Marino,la Val Marecchia e dintorni hanno necessità di ritrovarsi per capire – forse reindirizzare- flussi e presenze verso traguardi di sostenibilità ambientale e produttiva. Perché si vive di turismo, ma non esclusivamente. Sul monte Titano c’è tanta storia civile e umanità, come decretò nel 2008 l’Unesco riconoscendo San Marino Patrimonio dell’Umanità “ una delle più antiche repubbliche del mondo, unica città-Stato che sussiste, rappresentando una tappa importante dello sviluppo dei modelli democratici in Europa e in tutto il mondo”. Nella nuova location di Borgo Maggiore il 26, 27, 28 giugno si discuterà di consumo dell’acqua al tempo dei cambiamenti climatici, di protezione della biodiversità, di lotta agli sprechi alimentari e di turismogreen. Tra mercatini equo solidali, spazi per opere d’arte ecinematografiche saranno consegnati anche premi a ricercatori e imprese virtuose. Un mini circuito lucido per trasmettere interesse per una zona attaccata alla Romagna balneare, che Napoleone tentò infelicemente di aggregare.
Sul turismo sostenibile e culturale insiste Gabriele Geminiani:“ Il turista cercherà sempre di più spazio, natura, in cui allargare lo sguardo” dice. “Ma anche storia, identità culturale, prodotti di alta qualità. Tutte cose che possiamo offrire a piene mani, insieme a know how invidiabile”.Il suo festival coltiva l’idea di un turismo lento. Quel girovagare comodo, a piccoli gruppi in cerca di arte, cultura, agiate dimore che possono conciliare l’anima con l’ambiente.
“Le cose che si perdono non hanno voglia di farsi trovare” ha scritto Tonino Guerra nato a Sant’Arcangelo di Romagna. In epoca di epidemia angosciante, di emergenza climatica, di svaghi eccessivi e tour virtuali, San Marino non vuole perdere nulla della sua ricca storia. Tra pochi giorni con il Festival comincerà a giocarsi le sue carte in una affascinante partita.E vuole vincere, ovviamente