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Ambiente, l’Emilia salva il Po dalla plastica

Progetto pubblico-privato in Emilia Romagna per la tutela delle acque del fiume e dell’Adriatico. Le denunce
delle associazioni ambientaliste.

Ambiente, l’Emilia salva il Po dalla plastica

Il titolo è suggestivo quanto l’interesse a preservare fume e mare dai pericoli ambientali. Quelli che derivano dall’abbandono della plastica e di rifiuti di ogni genere. Metti insieme il Po e l’Adriatico. Il progetto “Po d’AMare’” per proteggere le acque è arrivato a Parma, dopo Torino e Pontelagoscuro a Ferrara. Un gruppo misto di aziende ed Enti stanno portano avanti un’iniziativa che sta suscitando interesse e apprezzamenti nel mondo ambientalista. La base di partenza è stata un finanziamento di 36 mila euro della società Davines, azienda emiliana di cosmetici che ha coinvolto anche 1.800 saloni d’acconciatura italiani suoi partner.

“Po d’AMare” vede in campo l’Autoritá Distrettuale del fiume Po, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Castalia Operations e Consorzio Corepla. Un buon esempio di integrazione operativa pubblico-privati. Ed è proprio il più lungo fiume italiano a fare da argine alla plastica per non farla arrivare a mare. Nel bacino fluviale, certamente malato, i rifiuti plastici sono intercettati da barriere meccaniche. Stavolta il lavoro è concentrato nella zona di Sacca di Colorno in provincia di Parma. I rifiuti catturati verranno raccolti da piccole imbarcazioni e una successiva accurata selezione ne consentirà l’inserimento nel sistema di riciclo nazionale.

I residui verranno poi portati nei centri di raccolta autorizzati. Insomma un mini circuito di green economy che si preoccupa di analizzare anche le fonti di provenienza, la tipologia e le quantità dei rifiuti che passano in questo importante tratto del Po. Il consorzio Corepla si occuperà del del riciclo. A livello generale l’iniziativa vuole offrire un quadro aggiornato sulle caratteristiche e le quantità di rifiuti provenienti dai fiumi. Le microplastiche che arrivano in Adriatico sono la conseguenza di incuria e spesso anche di cicli di lavorazione non controllati. La Davines, al contrario, ha inserito il progetto nella sua mission industriale.

Un impegno – ha detto il direttore generale Lamberto Bisognin – che l’hanno portata alla certificazione B Corp e ad avere recentemente trasformato lo statuto aziendale in Benefit Corporation. È evidente l’interesse commerciale ad avere un efficace rapporto con il territorio. Proclamato fiume nazionale nel 1849, il Po ogni giorno trasporta 11 tonnellate di microplastiche nellʼAdriatico, dice lo studio “Un Po di plastica” dell’Associazione internazionale per la comunicazione ambientale e dall’European Research Institut. Un malato da curare con i fondi pubblici sempre scarsi che periodicamente viene indicato come emergenza ambientale nazionale ma senza grandi riscontri. Nonostante un governo green.

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