Per attrarre viaggiatori da ogni parte non hanno problemi. Per potersi dichiarare veramente green, invece si. Le isole italiane piene di turisti da settimane e con una stagione che si preannuncia buona, sono il fanalino di coda in Europa per energie rinnovabili, consumi di acqua e depurazione, gestione rifiuti. Se a Pantelleria da un paio di anni le cose vanno migliorando e l’isola ha preso la strada giusta, per il CNR e Legambiente, con il Rapporto Isole sostenibili – Osservatorio sulle Isole minori , tutte le altre isole devono impegnarsi a fare i conti con la realtà. Con loro le Regioni e il governo sono chiamati in causa per sostenere azioni di miglioramento a vantaggio dell’ambiente e dell’economia.
Nessun allarmismo in piena estate, ma bisogna presto invertire la rotta per tutto ciò che valgono Capri, Ventotene, Lampedusa, Favignana, Procida. Insomma, le isole minori presenti in tutte le borse del turismo e piatto forte delle travel agency internazionali. L’opzione per le energie pulite, per esempio, è molto in basso nella lista delle amministrazioni isolane. Complessivamente aiutano il fabbisogno italiano appena per il 6% e non soddisfa nessuno. La raccolta differenziata dei rifiuti non arriva al 30% e la loro gestione è strettamente collegata al trasporto sulla terra ferma.
Via vai di navi, costi e disagi per chi li produce e chi deve smaltirli. Due casi esaminati con risultati non brillanti. Chi non ha avuto la possibilità di cambiare questo stato di cose non può aspettare ancora a lungo, è evidente. Il turismo, oltre che con la qualità del mare, con gli incanti naturali, con le tradizioni culinarie, fa ormai i conti con i principali indici di sostenibilità ambientale. Poi in Italia dovremmo chiederci a cosa servono certe iniziative demagogiche sull’ambiente, sulle trivellazioni o sulle pale eoliche, se già agli isolani non vengono garantiti servizi essenziali e moderni.
Pantelleria si supera il 68 % nella raccolta diversificata. Infine il grande tema della mobilità interna e dei collegamenti. Le campagne per disincentivare l’uso della auto sono di tutti sindaci che ad ogni stagione estiva devono sperare anche nella collaborazione dei cittadini . Da una lato i divieti di trasporto e circolazione vengono aggirati con mille furbizie, dall’altro i Comuni, come quello di Procida quest’anno , cercano di organizzare le aree di sosta al meglio delle loro possibilità. Qualche comportamento dei singoli, in verità, deve anche cambiare, perché spesso i turisti stranieri ci guardano un po’ stupiti. L’orizzonte, le conclusioni, per i curatori del Rapporto, sono di una profonda innovazione del sistema integrato ambientale. Una presa di coscienza generalizzata a livello politico amministrativo che renderebbe questo patrimonio ancora più attraente.