Come in una corsa ad ostacoli per abbassare lo smog in città, il governo ha assegnato fondi alle Regioni per acquistare bus non inquinanti. Lo fa meno di un anno dopo il decreto che stabiliva le modalità di riparto di 3,7 miliardi di euro del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile. Cercano i ministri di portare il nostro parco autobus a un livello accettabile rispetto agli standard europei. Milioni di cittadini salgono tutti i giorni su mezzi vecchi, nocivi, di difficile e costosa manutenzione e con un’età media di oltre 11 anni. Quelli che circolano a Berlino, Madrid, Vienna, Parigi non superano i 7,5 anni ed hanno motori ibridi. Una curiosità: nella capitale francese la stragrande maggioranza degli autobus è prodotta dall’italiana Irisbus.
L’ultimo decreto dei ministri di Trasporti, Ambiente ed Economia ripartisce 2,2 miliardi di euro. Soldi alle Regioni che potranno acquistare bus elettrici, a metano e persino a idrogeno da inserire nel proprio parco. Nel corso dell’anno dovremmo assistere al progressivo svecchiamento dei mezzi. E stavolta buoni segnali dovrebbero arrivare dalle Regioni del Sud. A loro il decreto assegna il 35% dei 2,2 miliardi disponibili. A scanso di equivoci e polemiche Nord-Sud, nell’assegnare i fondi si è tenuto conto del criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione residente nelle Regioni del Sud. Criterio previsto da precedenti provvedimenti su cui la Lega non potrà speculare. D’altra parte, l’inquinamento dell’aria prodotta dagli scarichi dei mezzi pubblici vecchi è puntualmente registrato nel dossier Mal’aria di Legambiente con indici altissimi nelle città del Sud.
La corsa a ostacoli nell’acquisto dei nuovi bus dovrà fare i conti, però, con gare e procedure burocratiche che risentiranno delle elezioni regionali in Regioni come Calabria, Puglia, Campania. L’intera somma di 3,7 miliardi del Piano Mobilità Sostenibile, comunque, è gestita a livello centrale con tre graduatorie: Comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto; Comuni e città metropolitane con più di 100.000 abitanti; Regioni. Un sistema che ci auguriamo non soffochi esso stesso tra carte, inghippi burocratici, lotte politiche e, per ultimo, non deluda il governo del green new deal.