Uno stanziamento di 121 milioni di euro per Belgio, Germania, Irlanda, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia per progetti su clima e ambiente. L’Unione europea non fa mancare il sostegno alle politiche nazionali per combattere i cambiamenti climatici. Proprio mentre in Italia nasce il nuovo Ministero della transizione ecologica, ieri è arrivato il via libera da Bruxelles a nuove risorse. I governi dovranno, però, saper gestire ile loro proposte. Non sono ammessi ritardi, soprattutto perchè le azioni devono essere coordinate a livello continentale.
L’interesse a smuovere le cose nei singoli Paesi, tuttavia, non può collegarsi soltanto alla disponibilità economica. Sebbene importante, quello che la Commissione europea si aspetta è la velocità e l’efficacia degli interventi. I ragionamenti della Commissione non escludono la connessione della diffusione della pandemia dalle condizioni ambientali di molte aree geografiche europee. La qualità urbana e i piani smart sono alla base di interventi – purtroppo ritardati – che avrebbero neutralizzato molti effetti sanitari e psicologici sulle persone. L’Italia rientra tra i cinque progetti naturalistici con Lettonia, Slovacchia, Paesi Bassi e Germania, concentrati sul ripristino degli ecosistemi naturali, allo scopo di migliorare anche la gestione della rete Natura 2000.
I finanziamenti, in ogni caso, sono comprensivi di altre fonti di sostegno come fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca. Non sono esclusi nemmeno gli investimenti dei privati che sceglieranno di partecipare alla realizzazione di opere di utilità sociale e culturale. In breve, un nuovo passo avanti verso quel Green Deal che deve aiutare l’Europa a superare la crisi di sistema provocata dal Covid 19. “Per realizzare il Green Deal europeo – ha detto Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione europea – dobbiamo iniziare a mobilitare le risorse senza precedenti messe a disposizione per la transizione verde. I progetti integrati LIFE promuovono interventi concreti che contribuiscono a proteggere l’ambiente, ripristinare la natura e rafforzare la biodiversità”.
Con questi investimenti si aiutano Paesi e Regioni a reagire alle crisi”. In sostanza ci si concentra sui settori cardine della resilienza rigenerativa: natura, acqua, aria, rifiuti, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici. Il presidente del consiglio italiano Draghi in Parlamento ha fatto ampio riferimento alla riforma della Pubblica Amministrazione. Una riforma necessaria che se non vedrà la luce, nel contesto dei fondi europei green può costituire un serio ostacolo. Non a caso l’approdo finale dei programmi Life e dei 121 milioni di euro deliberati è anche una legislazione in materia di ambiente e clima coordinata, snella e su scala territoriale.
La burocrazia istruttoria e delle autorizzazione tipica dell’Italia può frenare gli entusiasmi e deprimere gli sforzi di privati e volontari. Sarebbe un grave inciampo per un Paese che sta ritrovando la strada della ripresa a partire dall’ambiente e da una larga condivisione politica.