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Ambiente: basta perdite di gas nell’aria. Un regolamento Ue stabilisce controlli e riparazioni

Imagoeconomica

156 paesi nel mondo ogni anno sopportano perdite di metano. Oltre al danno economico le società che gestiscono gasdotti ed impianti sono accusate di scarsa manutenzione e controlli. Dopo settimane di discussioni e prese di posizione delle società, a Bruxelles è stato approvato un regolamento per controllare le fuoriuscite di gas.

“Il regolamento rischia di essere impossibile da implementare da parte dell’industria europea del petrolio e del gas a causa di alcuni requisiti scollegati dalla realtà” avevano tuonato le società, poi alla fine il passo avanti è stato fatto. L’attenzione è concentrata ora sulla valutazione del documento alla Cop28 di Dubai del 30 novembre.

Le dispersioni di metano in atmosfera sono un grande problema climatico perché in ragione della sua composizione chimica il combustibile resta in atmosfera a lungo. Finora le perdite non venivano monitorate, nonostante le campagne di Verdi ed ambientalisti di mezzo mondo. Il fenomeno era cresciuto di intensità senza un’adeguata vigilanza.

Il piano dei 27 verso Cop28

Le dispersioni sono rese pubbliche nei vari report ma più per valutazioni tecniche che non per i danni all’ambiente. L’Ue per gestire la criticità nel 2021 ha creato il Global Methane Pledge nell’ambito del quale è stato approvato il regolamento per ridurre al minimo le perdite. Solo nel 2021 sono state immesse in atmosfera 126 miliardi di metri cubi di gas. Se ne parlerà anche a Dubai.

Il regolamento approvato impone alle società di comunicare alle autorità competenti la quantificazione e le misure del metano che si perde. Ogni metro cubo di gas che va nell’aria causa danni alla salute e all’eco sistema.

Quanto investono le aziende sulle pipeline? Per ora non ci sono dati certi e per questo il  Global Methane obbliga le aziende a controlli regolari e riparare le perdite entro tempi precisi. Se ne deduce che le società dovranno fare qualche sforzo nel budget per intervenire ed eliminare ogni rischio. Si caricano di una responsabilità climatica finora assai sfumata.

Nuove tecnologie per i controlli

Devono farsi carico anche delle normali operazioni tecniche .“Lo sfiato e il flaring di routine- riferisce l’Ansa da Bruxelles- sono stati vietati tranne circostanze inevitabili, ad esempio per motivi di sicurezza o in caso di malfunzionamento delle apparecchiature”. Ciò che sembra soddisfare le richieste di sindaci e delle associazioni sono gli inventari delle attività chiuse, inattive o abbandonate. Sono pericolose ed hanno causato diversi incidenti.

Il regolamento prevede anche che i nuovi contratti di importazione di petrolio, gas e carbone vadano firmati solo se gli esportatori applicano gli stessi obblighi di monitoraggio, comunicazione e verifica previsti per i produttori dell’Ue. Tutto dal 2030 in avanti.

L’Associazione internazionale dei produttori di petrolio e gas (IOGP) si era detta preoccupata per il regolamento, perché alcuni requisiti nelle nuove norme facevano riferimento a “tecnologie che non esistono”. Il punto sembra superato e d’altronde se le società investono in tecnologie non sprecano certamente soldi:

Un punto di compromesso finale riguarda l’applicazione del regolamento nei singoli paesi. Le autorità competenti di ciascuno Stato membro avranno il potere di imporre sanzioni amministrative se queste disposizioni non vengono rispettate, ha chiarito il Consiglio dell’Ue. E’ chiaro che i governi con le loro decisioni mostreranno o meno l’interesse a giocare anche questa partita.

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Categories: Economia e Imprese

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