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Amazon, Jeff lascia a Jassy il timone del gruppo

Imagoeconomica

Il 5 luglio non è un giorno qualsiasi per Jeff Bezos il plurimilardario (ormai) fondatore di Amazon. Infatti è proprio il 5 luglio che lui fondò, 27 anni fa, la prima libreria online. Oggi si è trasformata in un megastore digitale dove si può acquistare di tutto, dalla lampadina al cibo o mille altri prodotti. E proprio oggi 5 luglio 2021 Jeff Bezos ha scelto di lasciare la sua creatura in mano a Andy Jassy, che passerà dalla guida della divisione Aws – che si occupa di server e di cloud – al timone dell’intero gruppo dell’e-commerce. Come benvenuto il nuovo Ceo di Amazon riceverà un pacchetto di 61 mila azioni, l’equivalente ai corsi odierni di circa 200 milioni di dollari. La novità è emersa dalla comunicazione che la società ha fatto alle autorità del mercato, presentando il primo avvicendamento al vertice dal 1994, anno in cui Amazon venne fondata. La cifra non è spendibile, il contratto prevede che lo diventi tra dieci anni, ma si andrà comunque ad aggiungere alle precedenti tranche ricevute e allo stipendio di 175.000 dollari l’anno.

Non è la prima volta che viene utilizzato questo tipo di bonus di ingresso. Jassy è in Amazon dal 1997 e ha guidato Aws dalla sua nascita del 2006. Il passaggio di consegne con Bezos avviene in un giorno più che simbolico: il fondatore sarà presidente e si dedicherà – queste le sue intenzioni – maggiormente alle iniziative personali che vanno dalla corsa allo spazio all’editoria. Bezos ha già annunciato il primo volo lampo oltre l’atmosfera per il 22 luglio e lui sarà a bordo.

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Il valore delle azioni di Amazon è cresciuto a dismisura (+ 1.500%) fino a raggiungere una capitalizzazione di circa 1.800 miliardi. Bezos è il primo azionista con un pacchetto che vale circa 176 miliardi di dollari, il che ne fa l’uomo più ricco del mondo insieme ad altri Paperoni come Elon Musk (Tesla) che insidiano il primato a seconda degli umori della Borsa americana. Jassy, il nuovo amministratore delegato, ha già in portafoglio importanti pacchetti della società maturati negli anni scorsi. Secondo Reuters ne avrebbe uno 45,3 milioni maturato quest’anno e uno da 41,5 lo scorso anno, che ne fanno il secondo azionista individuale alle spalle di Bezos.

Il Financial Times ha ricordato in questi giorni che l’assegnazione di importanti pacchetti azionari è prassi consolidata per i Big Tech: quando Tim Cook prese il posto di Steve Jobs in Apple, nel 2012, si vide assegnare un portafoglio di azioni valutato allora in 376 milioni. A 276 milioni è arrivato nel 2019 Sundar Pichai entrando in Alphabet (Google), con un meccanismo legato al raggiungimento di obiettivi. La stessa dinamica legata alla performance per Satya Nadella, che da Microsoft nel 2014 ricevette azioni per 59 milioni. Il messaggio è chiaro: rendere le aziende ancora più profittevoli e aumentare il ritorno per i propri già molto ricchi azionisti.

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