Amazon taglia un servizio. La società di Jeff Bezos ha annunciato che l’opzione “Prova prima, paga poi”, lanciato nel 2018 negli Stati Uniti e introdotto in Italia nel 2021, sarà chiuso definitivamente il 31 gennaio 2025. Questa iniziativa permetteva agli abbonati Amazon Prime di selezionare fino a sei articoli di abbigliamento, scarpe o accessori da provare a casa, senza alcun pagamento iniziale. I clienti potevano restituire gratuitamente gli articoli non desiderati entro sette giorni e pagare solo quelli che decidevano di tenere.
Un’idea innovativa per l’e-commerce, che però, con il tempo, non è riuscita a decollare, soprattutto a causa dei costi elevati, dell’impatto ambientale e della crescente concorrenza delle nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
Amazon Wardrobe: una rivoluzione mancata
Il programma, nato come “Amazon Wardrobe”, era stato concepito per cambiare per sempre l’esperienza di acquisto online, soprattutto in un settore, quello dell’abbigliamento, notoriamente problematico per i resi. Inizialmente, il servizio aveva riscosso grande successo in Nord America, tanto da spingere Amazon a portarlo anche in Italia.
L’idea era quella di far provare i capi come se fossimo in negozio, ma direttamente a casa nostra, senza il rischio di impazzire per le taglie o fare la fila alla cassa. Peccato che, nonostante l’entusiasmo iniziale, le difficoltà logistiche e l’impatto sui costi abbiano fatto sorgere più di qualche dubbio sulla sua sostenibilità.
Razionalizzazione e contenimento dei costi: la nuova filosofia di Amazon
La decisione di chiudere “Prova prima, paga poi” si inserisce in una più ampia strategia di razionalizzazione dei costi che Amazon ha intrapreso dal 2022, anno in cui Andy Jassy è diventato Ceo. Dopo la pandemia, l’azienda ha lanciato una serie di iniziative interessanti, ma alcune si sono rivelate troppo onerose o difficili da scalare. In questa fase di “riposizionamento”, Amazon ha deciso di fare qualche taglio pesante, tra cui la chiusura di progetti come il servizio di telemedicina Amazon Care e il licenziamento di oltre 27 mila dipendenti. Obiettivo? Ottimizzare le risorse, puntando su soluzioni tecnologiche più avanzate che possano migliorare l’esperienza del cliente senza far lievitare i costi.
Un occhio al pianeta: il peso ambientale dei resi
Non è solo una questione di costi, però. La chiusura di “Prova prima, paga poi” ha anche un forte legame con l’ambiente. L’e-commerce, specialmente nel settore dell’abbigliamento, è uno dei principali responsabili delle emissioni di Co2 e dei rifiuti derivanti dai resi. Secondo uno studio, circa il 70% delle persone tra i 25 e i 44 anni restituisce articoli acquistati online, generando non solo un notevole spreco di tempo e denaro, ma anche un impatto ambientale devastante.
Amazon ha quindi deciso di rivedere la sua politica per cercare di ridurre il ciclo dei resi, puntando su tecnologie più efficienti, come l’intelligenza artificiale, che possono migliorare la precisione degli acquisti e ridurre la necessità di resi. Va però sottolineato che, sebbene l’IA offra vantaggi in termini di ottimizzazione delle scelte d’acquisto e sia più sostenibile in una politica di riduzione dei resi, il suo utilizzo comporta comunque un impatto ambientale, legato al consumo energetico delle infrastrutture che la supportano.
Amazon punta sull’intelligenza artificiale: il futuro è digitale
Ecco quindi che entra in gioco l’intelligenza artificiale, la vera protagonista della nuova era di Amazon. La compagnia ha sviluppato funzioni come il “Virtual Try-On”, che consente agli utenti di vedere in 3D come i capi o le scarpe appariranno su di loro grazie alla fotocamera dello smartphone. Così, niente più paura delle taglie sbagliate o del rischio di non piacersi allo specchio! L’IA sta anche migliorando i sistemi di raccomandazione personalizzati, suggerendo automaticamente la taglia giusta e riducendo così il numero di resi. Un passo importante verso un futuro in cui “provare prima” non sarà più necessario.
E-commerce del futuro: personalizzazione e sostenibilità
La chiusura di “Prova prima, paga poi” non è un caso isolato. Altri colossi del settore, come Zalando, hanno già ridotto i periodi di reso per ottimizzare i costi e ridurre gli sprechi, mentre la tendenza generale va sempre di più verso l’uso di tecnologie che migliorano l’esperienza d’acquisto, riducono i resi e, soprattutto, abbassano l’impatto ambientale.
Amazon, però, non si ferma qui: sta investendo pesantemente in nuove tecnologie, come la consegna tramite droni (servizio attivato da poco anche in Italia) e la crescente automazione dei processi, con l’obiettivo di rimanere al passo con i tempi in un mercato sempre più competitivo.