Nel corso di quest’anno, in Italia, l’aumento medio delle bollette idriche è stato del 12,5%, cioè quasi 30 euro in più a famiglia. La città più cara è Firenze: un nucleo di tre persone paga in media 503 euro l’ anno (+12%). Quasi quattro volte di più di chi vive a Milano (129 euro), anche se rincarata del 17%. In media l’ acqua costa di più al Centro (371 euro l’ anno), un po’ meno al Nord (271 euro) e meno ancora al Sud (254 euro). La media nazionale è di 290 euro. E’ quanto emerge dall’ultima indagine effettuata da Altroconsumo.
L’inchiesta sulle tariffe dell’acqua ha fornito cattive notizie. Nell’ultimo biennio i costi sono aumentati quasi ovunque: il rincaro più alto è stato riscontrato ad Aosta (42%). Rialzi a doppia cifra sono stati segnalati a Palermo (35%), Trieste (25%), Roma (21%), Milano, Pescara e Genova (17%), Ancona (15%), Bari (13%), Arezzo (12%), Bologna, Cremona e Verona (11%), Ferrara (10%). Soltanto tre città hanno mantenuto i prezzi uguali: Campobasso, Catanzaro e Salerno. Pochi gli aumenti contenuti: Catania (+1%), Brescia e Potenza (+3%).
Secondo il presidente dell’associazione, Paolo Martinello, il problema principale del settore è la mancanza di regole certe. “Passato il referendum non va tutto bene. Serve subito una regolamentazione a livello nazionale e la neonata agenzia, con tutti i suoi handicap, deve iniziare subito a lavorare per vigilare sull’ applicazione delle tariffe, dei piani di investimento e per stabilire standard omogenei di qualità”.
Per Luciano Baggiani, presidente dell’Associazione dei gestori del servizio idrico (Anea), il problema è “la disomogeneità del territorio: le tariffe sono più elevate dove le condizioni strutturali lo impongono, perché sono stati fatti in passato meno investimenti, perché le fonti sono lontane dai centri abitati, perché l’ orografia influisce sulla qualità dell’ acqua”. Baggiani non esclude le inefficienze, ma dice anche che “è difficile accertarlo per i ritardi nella raccolta dati”.