Il dato sulla crescita del Pil Usa nel primo trimestre, in uscita nel primo pomeriggio, non dovrebbe rallegrare la festa per i primi cento giorni di Trump alla Casa Bianca. Le previsioni parlano di uno striminzito +0,2-0,4%, ovvero di un incremento inferiore all’1% su base annua. Non è un dramma, se si tiene conto dei fattori stagionali, ma è comunque un brutto colpo per le speranze del presidente di arrivare a +4% a fine anno. Anche così si spiega l’attivismo più frenetico del solito di Trump, che prima ha annunciato la denuncia del trattato Nafta per poi ritirare la decisione poche ore dopo.
Oggi il programma, dopo l’annuncio “storico” della riforma fiscale (per ora una paginetta illustrata in una conferenza stampa durata meno di mezz’ora) prevede il rilancio della riforma sanitaria, ma una mossa in quella direzione potrebbe spingere i democratici a bloccare l’approvazione del budget federale, da varare entro oggi, pena il rischio black out della macchina amministrativa.
Wall Street, ormai abituata, ha dedicato scarsa attenzione alle giravolte del presidente. L’attenzione, infatti, è stata assorbita dalla “Tech’s big earnings night”, ovvero dalla pioggia dei record piovuti con la presentazione dei conti di Alphabet e Amazon davanti a Comcast e Pay Pal (entrambe ai massimi), per non trascurare i brillanti risultati di Intel e Microsoft.
Sia l’ex Google che la società di Jeff Bezos hanno messo a segno nel dopo Borsa rialzi superiori al 4% sull’onda dei conti stellari. Alphabet è salita del 4,5% grazie all’aumento del fatturato di Google: +18,8%, a 21.41 miliardi nel primo trimestre. Anche Amazon (+4,1%) ha largamente battuto le stime di fatturato avanzate dagli analisti a 35,7 miliardi e ha presentato una guidance positiva per il secondo trimestre.
Sotto la spinta dei campioni della tecnologia che, rimpatriando gli utili, potrebbero dare una grossa mano alla riforma fiscale di Trump, il Nasdaq (+0,39%) ha messo a segno il nuovo record a 6.048, 94 punti. Assai meno vivaci il Dow Jones (+0,03%) e l’S&P 500 (+0,06%), frenati dalla discesa del greggio.
FRANA IL PETROLIO: TENARIS -5,5%
Scende infatti il petrolio con il Brent che perde il 2,3%, a 50,6 dollari al barile. Wti a 8,97 dollari. Iran e Iraq stanno valutando se aumentare la produzione nonostante l’accordo Opec di riduzione firmato pochi mesi fa. Tutto il settore Oil & Gas si è indebolito. In ribasso a Piazza Affari Eni (-1,5%) e Saipem (-2,8%). Affonda Tenaris (-5,5%), nonostante i buoni dati del primo trimestre.
L’indice Nikkei si avvia a chiudere in calo dello 0,3%, ma la settimana termina con un rialzo del 3,2%. Hong Kong -0,4% (+2,2% la settimana), Shanghai -0,6%. Seul segna un calo dello 0,2%, ma in avvio di seduta aveva toccato i massimi degli ultimi sei anni.
MILANO FRENA, MA RESTA SOPRA I 20 MILA PUNTI
Stavolta l’effetto Draghi non c’è stato. La riunione del direttorio della Bce non ha riservato novità. E così i listini del Vecchio Continente, privi di spunti, hanno ritracciato dietro la frenata delle banche. Cresce di tono intanto la Guerra Fredda sulla Brexit. Il Financial Times scrive che la Ue si sta preparando ad accogliere “l’Irlanda unita”, ipotizzando il distacco dell’Ulster dal Regno Unito.
La giornata debole del credito ha favorito il ribasso a Piazza Affari, la più dipendente dal comparto bancario. Ma anche il listino che più è salito nell’ultima settimana. Milano archivia la seduta in ribasso dell’1,1%, a 20.597 punti. Meglio gli altri mercati europei: la Borsa di Parigi scende dello 0,3%, Francoforte -0,2%, Madrid -0,7% al pari di Londra. L’euro si indebolisce e scende a 1,086 contro il dollaro, dall’1,090 di ieri: il movimento riflette le dichiarazioni di Mario Draghi.
DRAGHI: IL QE NON SI TOCCA. BENE L’ASTA BTP
Il Consiglio della Bce non ha discusso l’uscita dalla attuale politica monetaria molto espansiva. È questo il messaggio chiave della conferenza stampa di Draghi al termine del direttivo che ha confermato tutti i cardini della attuale politica monetaria, ossia tassi a zero e Quantitative easing al ritmo di 60 miliardi di euro di bond acquistati ogni mese da qui alla fine dell’anno.
Positivi nel pomeriggio i titoli di Stato dell’eurozona. Oltre ai messaggi di Draghi a favorire il rialzo ha contribuito l’esito positivo dell’asta italiana dei titoli a medio termine. Il Tesoro ha assegnato l’ammontare massimo offerto per i Btp a 5 e 10 anni e per il nuovo CctEu ottobre 2024.
Il tasso del 5 anni è rimasto fermo all’1,04% visto nel collocamento di marzo mentre quello del Btp decennale è leggermente salito al 2,29%, massimo da gennaio, dal 2,25% di marzo. Il nuovo CctEu 15 ottobre 2024 ha visto il tasso a 0,93%. Nel finale il premio di rendimento tra Italia e Germania sul tratto decennale si porta a 196 punti base, lo stesso livello di prima dell’inizio dell’intervento di Draghi, dai 197 punti della chiusura di ieri.
BANCHE IN FRENATA, INTESA ACCELERA NELLE POLIZZE
Ai bilanci delle banche farebbe molto bene un ritocco all’insù dei tassi, ma Draghi ha spiegato che l’ipotesi è ancora molto lontana: prima si termina il QE e “considerevolmente dopo” si alzano i tassi. L’indicazione ha favorito il calo del comparto del credito (-2,85% l’indice di settore). Pesante la discesa di Unicredit (-3,8%) e Banco Bpm (-2,8%). In netto ribasso anche Ubi (-2,4%) e Bper Banca (-2,7%).
Intesa -2,3% nel giorno dell’assemblea. L’ad Carlo Messina ha detto che il management ha previsto per quest’anno di erogare 50 miliardi di euro di credito (fino ad oggi ne ha erogati 12,5 miliardi) e di continuare il suo percorso di dismissione dei non performing loans a costo zero: “Siamo l’unica azienda in Italia che riduce le sofferenze a costo zero, gli altri hanno dovuto sopportare delle perdite mostruose per dismettere le sofferenze”. La Banca punta anche sulle assicurazioni. “Oggi siamo leader nel ramo vita e vogliamo investire anche nel danni”, ha aggiunto Messina.
DONNET: AL VIA IL PIANO PER L’ASSET MANAGEMENT
Restando ai finanziari, debole il risparmio gestito nonostante gli ottimi dati di raccolta di marzo che sale a 10,1 dai 7,45 miliardi di febbraio, con un bilancio per il primo trimestre di 22,2 miliardi circa. Banca Mediolanum scende dell’1,35%, Poste Italiane -0,87, Finecobank -0,54%.
Poco mossa Generali (-0,14%). La compagnia, ha annunciato all’assemblea l’ad Philippe Donnet, presenterà l’11 maggio, in concomitanza con i conti del primo trimestre, il piano strategico riguardante l’asset management, mentre nel 2018 darà il via alla fase di crescita e sviluppo per la compagnia dopo aver completato quella di rafforzamento industriale prevista dal piano corrente.
ATLANTIA VENDE IL 12,5% DI ASPI E STRINGE SU ABERTIS
Bene Atlantia (+2,2%). Il Cda confermato l’interesse a valutare il lancio di un’Opa amichevole su Abertis. La società sta già raccogliendo i quattrini necessari per un’offerta che sarà parte cash, parte con scambio di azioni. Ieri intanto è stata approvata la cessione di una quota del 10% (più un altro 2,5%) Autostrade per l’Italia ad un valutazione, per il 100% del capitale netto di Aspi, pari a 14,8 miliardi. L’operazione genererà una plusvalenza pari a 736 milioni di euro. A comprare sarà, per un 5%, il consorzio guidato da da Allianz Capital Partners che avrà anche una call option per l’acquisto di un ulteriore 2,5%. Un altro 5% sarà acquistato dal cinese Silk Road Fund. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro luglio. Sono in corso contatti con altri potenziali investitori che hanno manifestato interesse all’acquisizione di ulteriori quote nel capitale di Aspi.
GOLDMAN SACHS PREMIA FCA , NEUTRAL SU LEONARDO
Si assesta Fiat Chrysler: -2,5% dopo il balzo (+9,5%) della vigilia. Goldman Sachs ha ritoccato al rialzo il target della società a 20,1 euro (da 20). Il titolo resta nella Conviction List Buy del broker: con gli analisti che evidenziano che l’Ebit dell’area Nafta è stato superiore alle attese.
Prese di beneficio anche su Cnh Industrial (-1,3%) nonostante i buoni risultati. Il titolo potrebbe registrare in avvio di seduta importanti variazioni di prezzo: all’indomani della presentazione dei dati del trimestre, Mediobanca alza la raccomandazione a Buy dal precedente Neutral. Il target price è 11,6 euro. Sale Exor (+1,2%).
Goldman Sachs ha ridotto invece la raccomandazione di Leonardo (-1,9%) da buy a neutral, con prezzo obiettivo che sale da 14,4 a 16,2 euro. Chiude in ribasso Stm (-1,10%), sotto la spinta di vendite nel finale dopo una seduta al rialzo per i buoni conti trimestrali. Acquisti su Sogefi (+2,8%): Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo da 2,85 a 4 euro, confermando la raccomandazione hold.
Moncler (+1,10%) ha segnato per il secondo giorno consecutivo il nuovo record storico con un prezzo massimo a 22,89 euro.