A poco più di 15 giorni dall’assemblea di Unicredit che incoronerà Andrea Orcel nuovo Ceo della seconda banca italiana, colpisce la mossa di Allianz, uno dei principali gruppi assicurativi europei, che in un sol colpo ha incrementato la propria partecipazione azionaria nella banca di Piazza Gae Aulenti salendo dall’1,255% al 3,11% del capitale e diventandone a tutti gli effetti il terzo azionista dietro i fondi americani BlackRock (5,07%) e Capital Research (5%) e davanti al primo azionista italiano, che è Leonardo Del Vecchio con l’1,9″%.
La mossa di Allianz va oltre l’assemblea di aprile e ha l’evidente scopo di posizionarsi in vista delle scintille che prepara Orcel, non a caso definito il Cristiano Ronaldo dell’M&A. Orcel ha un compito sfidante davanti a sè: deve ridisegnare il business model della banca allargando il retail e accorciando le distanze da Intesa Sanpaolo, che si sono ulteriormente allungate dopo la vittoriosa Opa di Carlo Messina su Ubi Banca, ma deve anche saper cogliere tutte le occasioni che potranno far tornare Unicredit protagonista di primo piano della finanza italiana. Ecco perché, anche sulla scia delle mosse di Del Vecchio (suo grande elettore in Unicredit insieme ai fondi internazionali) in Mediobanca e in Generali e di Francesco Gaetano Caltagirone in Mediobanca oltre che in Generali, nel radar di Orcel ci sono due prede, una più accattivante dell’altra.
Da una parte c’è l’occhio su Banca Bpm che, se non si affretterà ad andare a nozze con Bper, può finire rapidamente nel mirino di Orcel che rafforzerebbe così notevolmente la sua presenza sul territorio e in particolare nelle ricche regioni del Nord dove la banca guidata da Giuseppe Castagna. Ma dall’altro lato, l’occhio Orcel non perde di vista Mediobanca che porterebbe con sé non solo Chebanca! per il credito al consumo e la consolidata presenza nell’investment banking ma soprattutto la preziosa partecipazione (13%) di Generali, con l’obiettivo di creare un polo finanziario italiano (Unicredit-Mediobanca-Generali) di prim’ordine in cui Del Vecchio e Caltagirone sarebbero destinati, in virtù delle loro partecipazioni plurime, a fare la parte del leone. Ecco perché anche Allianz, nel cui board figura l’ex Ad di Generali, Sergio Balbinot, ha drizzato le antenne e non intende rinunciare al gran ballo delle Generali