Fra tutte le varie allergie alimentari ne esistono alcune molto particolari, anche nel nome. Una fra tutte è quella LTP, ed è un’allergia su base proteica appartenente più al mondo vegetale che animale. Nonostante la stranezza del nome è la più frequente allergia mediterranea a frutta, verdura ed alcuni tipi di cereali.
Abbiamo già fatto una distinzione fra intolleranza e allergie in un precedente articolo, e i più storcono un po’ il naso quando si deve associare la componente proteica a frutta e verdura, che di proteine ne contengono veramente poche. Queste Lipid Transfer Protein (LTP), appartengono alla categoria delle lipoproteine e sono presenti soprattutto sulla parte superficiale dell’alimento vegetale, quindi sulla buccia, ma è possibile anche trovarli all’interno dei semi, che vengo deglutiti inavvertitamente, o di proposito, con la polpa.
Nella maggior parte dei casi in cui si sospetta questa allergia basta chiedere al paziente se lo stesso alimento che mangia fresco, e che sembrerebbe causare problemi, ha lo stesso effetto se mangiato anche cotto, o in marmellata. Nella quasi totalità dei casi la risposta è un secco e deciso “no!”,
in questo caso non possiamo trattare il paziente come un soggetto che presenta allergia LTP, poiché queste molecole sono termoresistenti e gastroresistenti, ovvero non si degradano con la cottura, cosa che invece fanno altri tipi di proteine. In altre parole, e con un esempio: in una più comune sindrome orale allergica, un soggetto con allergia alla mela avrà problemi a consumare questo alimento se fresco, mentre potrà consumarlo cotto, grattugiato, sotto forma di gelato e così via. In caso di allergia LTP la mela non potrà essere consumata né fresca cruda, né cotta.
Questo vuole dire che la reazione sistemica che queste molecole sviluppano avviene prima a livello superficiale, con i classici segni di pizzicore in tutto il cavo buccale, ingrossamento della lingua, eritema. Poi, successivamente, anche a livello intestinale poiché, essendo gastroresistenti, riescono a bypassare gli acidi gastrici.
Quali sono gli alimenti che contengono LTP? Purtroppo, ci sono soprattutto frutti estivi, e quindi anche i più buoni e palatabili, come pesca, ciliegia, melone, anguria, uva, ananas, fico. Anche altri tipi di frutta fresca come mela, kiwi, limone, arancia, banana contengono queste molecole. Nella categoria appartenente alla frutta secca troviamo: noce, nocciola e arachide.
Per la verdura, presenziano pomodoro, sedano, lattuga e altre tipologie di insalata, finocchi, zucchini, cipolla, spinaci, carota, broccoli, melanzane e peperoni, asparago. Per quanto riguarda questa categoria alimentare, la cottura come detto precedentemente, non distrugge le molecole proteiche di LTP, ma la cottura in acqua (lessatura) allontana le molecole dall’alimento all’acqua, rendendo più accettabile l’alimento da parte dell’ospite.
All’appello dei legumi rispondono invece lenticchie, soia, piselli, fagioli e lupini. Anche alcuni semi oleosi come sesamo, di girasole e di papavero.
Attenzione anche ad alcuni cereali come riso e mais. Anche in questo caso, la lessatura diminuirà la carica allergenica. L’interesse per questa particolare allergia però non finisce qui. I soggetti allergici ai pollini della betulla e contemporaneamente positivi agli allergeni LTP, manifestano sintomi più lievi come intensità. Nelle regioni del sud Italia, dove le betulle non sono presenti, i soggetti positivi a questo allergene manifestano sintomi più severi.
Per quanto riguarda la diagnosi, i vari test per le classiche allergie (prick test cutaneo, prick by prick o anche il RAST) non sono indicati per le LTP, che necessita dell’estratto di pesca per poter confermare la positività al test.