La Cina in caduta libera, economia Usa in frenata, nuova frana di materie prime e valute degli emergenti. La tempesta perfetta si è abbattuta sui mercati finanziari che hanno replicato, in peggio, la frana del 24 agosto. E la situazione, per ora, non accenna a migliorare.
Stamane le Borse cinesi registrano nuovi ribassi: Shanghai -2,4% (in inizio seduta), Shenzhen -2%. Giù anche Hong Kong. Risale Tokyo +0,8%. Male Sidney -1,2%. Il pil australiano chiude il semestre con un modesto +0,2%, meglio del Canada -0,5%, scivolato in recessione a fronte del crollo dei prezzi delle materie prime.
La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha annunciato che la crescita economica mondiale del 2015 sarà probabilmente inferiore al 3,5% previsto a luglio dal Fmi.?
Drammatica la seduta di Wall Street: S&P 500 e Nasdaq perdono il 3%, Dow Jones -2,8%.
ROSENGREN (FED) FRENA SUL RIALZO DEI TASSI: CRISI PEGGIO DEL PREVISTO
La nuova tempesta sta spiazzando le previsioni della Federal Reserve. Eric Rosengren, presidente della Fed di Boston, ha detto ieri che la frenata delle economie, Cina in testa, può costringere la banca centrale a rivedere al ribasso le stime di crescita e le previsioni sull’inflazione: l’esatto opposto delle valutazioni fatte da Stanley Fischer, numero due della banca, a Jackson Hole. In questa cornice ad alto grado di confusione cresce l’attesa per le parole di Mario Draghi, al termine del direttorio Bce di domani.
E C’E’ CHI PREVEDE 25 DOLLARI PER UN BARILE DI GREGGIO
Sui mercati pesa la ripresa della caduta del greggio, dopo il rimbalzo (+25%) delle ultime sedute.
Il Brent tratta stamane poco sopra i 48 dollari (-1,7% dopo il tonfo dell’8,8% di ieri), Wti a 44,3 dollari (-2,3% dopo il -7,7% di ieri). Pierre Andurand, un gestore hedge che l’anno scorso ha guadagnato il 51% scommettendo sul ribasso del greggio, ha dichiarato al Financial Times di prevedere un calo dell’oil a 25 dollari.
Gli effetti sul comparto energy di Wall Street non si sono fatti attendere. Exxon, la numero uno dell’industria petrolifera Usa, ha perduto il 4,2% anche a seguito dell’intervento di Hsbc che ha abbassato i target price a 77 dollari da 90 dollari, confermando la raccomandazione Hold. Chevron perde il 3,8%, ConocoPhillips -4,4%. Il colosso dei servizi Halliburton -3,8%. A Milano si è mossa in ribasso anche Eni -1,7%. Saipem -1,8%, Tenaris -0,6%.
SOTTO TIRO ANCHE L’EUROPA: MILANO -2,2%
L’Europa non è sfuggita al lunedì nero. A Milano l’indice FtseMib è sceso del 2,2%, le Borse di Parigi e Francoforte hanno perso rispettivamente il 2,4% e il 2,3%. A poco sono servite le indicazioni in arrivo dall’economia reale. L’indice Pmi manifatturiero di agosto del Vecchio Continente segnala un lieve rallentamento della crescita a 52,3, da 52,4 del mese precedente. Ma il credito alle imprese non finanziarie ha mostrato a luglio il primo dato positivo anno su anno da maggio 2012. Per l’Italia la buona notizia è il calo della disoccupazione a luglio al 12% dal 12,5% del mese precedente.
Il tasso sul Btp a 10 anni continua a navigare poco sotto quota 2%. In area 3% si conferma invece il rendimento del trentennale italiano. Oggi la Germania offre 5 miliardi di Bobl, il titolo a cinque anni.
NUOVA FRANA DEL LUSSO. STAMANE PRADA -2% A HONG KONG
A Piazza Affari le blue chip chiudono in terreno negativo. I ribassi più forti hanno colpito le società più legate all’export sui mercati asiatici ed al Brasile. Soffrono ancora una volta più di tutte le griffes del lusso, particolarmente attive commercialmente in Asia e in Cina: Ferragamo -2,2%, Yoox -4,4%, Moncler -3,5%.
In controtendenza Brunello Cucinelli -0,86%. Ad Hong Kong Prada segna stamane un calo del 2%.
SBANDA FCA. IN ITALIA VENDITE DI AGOSTO +12,7%
Forte ribasso per Fiat Chrysler -3,1% cui non giovano le reiterate avances di Sergio Marchionne a Gm.
La società ha registrato ad agosto un aumento delle vendite negli Stati Uniti del 2% a 201.672 unità. Salgono, ma con valori più che dimezzati rispetto ai mesi precedenti, anche i dati italiani: Il gruppo ha immatricolato 16.595 veicoli, +12,7% contro +10,6% del mercato.
In ribasso gli altri industriali: Prysmian-0,7%, Finmeccanica -1,8%, Stm -1%.
Non riesce il tentativo di rimbalzo di Trevi -3,45% dopo la conference call del gruppo. Cheuvreux ha tagliato il target price del titolo a 1,35 euro da 1,8 euro, ma allo stesso tempo ha alzato il rating a hold da reduce dopo le forti perdite accusate dal titolo (-60% da marzo).
MPS -4,3%. CLARICH NON VEDE POSSIBILI PRETENDENTI
Titoli bancari, pesanti in tutta Europa (l’indice Stoxx -3,2%). Il comparto italiano non fa eccezione. Il titolo Monte Paschi perde il 4,3% circa dopo gli ultimi rialzi. Sul futuro della banca il presidente della Fondazione, Marcello Clarich non vede per l’istituto senese “la fila” di possibili partner, aggiungendo di non saper nulla delle recenti voci di un possibile interesse da parte di Banco de Sabadell.
Unicredit cede il 3,4% e Intesa, che dal 21 settembre entrerà nell’indice paneuropeo Stoxx Europe 50, il 3% circa. Vendite anche sulle popolari ad eccezione di Bper, unico titolo del FTSE Mib positivo a +0,13%.