SOLO L’ITALIA CHIUDE IN ROSSO -0,70%
BTP OLTRE IL 6% ALLA VIGILIA DELLE ASTE
Milano recupera una parte del ribasso ma il bilancio resta molto negativo. L’indice Ftse/Mib, dopo esser sceso del 2,5%, ha recuperato parte del terreno ma Piazza Affari -0,70%, alla chiusura a quota 12979, sotto il tiro della speculazione resta il fanalino di coda dell’eurozona.
La pressione resta alta soprattutto sui titoli di Stato: il rendimento del Btp decennale si mantiene al di sopra del 6% stabile dopo il forte rialzo dei rendimenti di ieri, con spread con il Bund a 474 punti base. Ma nel corso del pomeriggio c’è stata anche una rapida impennata verso quota 490 punti base dello spread con il rendimento dei decennali italiani al 6,3 per cento. Il differenziale tra i titoli benchmark di Italia e Germania e’ cosi’ tornato ai massimi dallo scorso gennaio, mentre i Bonos spagnoli fanno segnare i record assoluti: spread a 544 punti e rendimenti al 6,84 per cento dopo il taglio da parte di Fitch.
Le parole del portavoce della Commissione Ue che poco fa si è detto ottimista sulle riforme in corso di attuazione in Italia non sono state sufficenti a limitare l’effetto della retrocessione del rating di 18 banche spagnole da parte dell’agenzia di rating Fitch. Tanto più che nel rapporto della Bce sulla stabilità finanziaria, pubblicato questo pomeriggio, si accenna a “un potenziale aggravamento della crisi sui debiti pubblici dei Paesi dell’area euro”.
Fitch ha sottolineato che ha situazione della banche italiane è molto diversa da quelle delle banche spagnole, di cui è stato annunciato il salvataggio, con un prestito fino a 100 miliardi di euro, da parte dell’Unione europea. Lo ha detto il direttore del dipartimento dei rating sovrani di Fitch Ed Parker. “Le banche italiane non hanno avuto un boom del credito e una bolla immobiliare… quindi non vediamo questo tipo di problemi in Italia”, ha spiegato Parker, secondo cui il bailout delle banche spagnole non ha un impatto diretto su altri Paesi, Italia compresa.
Nel pomeriggio la volatilità ha investito anche le altre piazze europee: Francoforte è arrivata a cedere l’1% per poi riportarsi sulla parità e chiudere a +0,33%. In terreno positivo Londra +0,76%, in equilibrio Parigi +0,14%. Positiva pure Madrid a +0,08%
L’euro è invariato contro il dollaro a 1,246.
Nel pomeriggio Angela Merkel ha dichiarato davanti all’assemblea dei cristiano democratici di Berlino che “occorre piu’ Europa” e “dobbiamo essere pronti a cedere sovranità nazionale”. Il cancelliere tedesco ha aggiunto che “prendere nuovi fondi a prestito non e’ la soluzione alla crisi”.
Al solito, sono state le banche a pagare il dazio più pesante: Intesa – 3,73%, Unicredit -3,95%, Banco Popolare -1,81%, Ubi -2,94%, MontePaschi -5,88%. Popolare dell’Emilia scende del 3,4%.
Il portavoce della Commissione Ue, Olivier Bailly, ha detto che Bruxelles è ottimista “sulle riforme che le autorità italiane stanno attuando” aggiungendo di non voler commentare le evoluzioni dei mercati.
Dopo il salvataggio del sistema bancario spagnolo, annunciato nel week-end, l’euforia è durata il tempo della mattinata di lunedì e la speculazione è ora tornata ad attaccare l’Italia.
Tra gli assicurativi invariata Generali.
Pomeriggio ad alta tensione anche per il destino della galassia Ligresti mentre era in corso (in attesa di verificare la possibilità di raggiungere il quorum necessario per la delibera di aumento di capitale) l’assemblea della holding Premafin -3,7%. FondiariaSai scende del 4,4%, Milano Assicurazioni perde il 4,4%.
Nel settore industriale resta nettamente negativa Fiat Industrial -1,52% sulle indiscrezioni secondo cui il gruppo starebbe studiando un’offerta per acquistare il produttore americano di camion Navistar. Fiat -1,22%.
In calo Finmeccanica -0,85% e StM.-0,23%. Fra i titoli in chiusura positiva ci sono Lottomatica +1,3% e Diasorin +2%. Fra le mid cap, sale Hera in rialzo dell’1,4%, sostenuta dalla nuova raccomandazione buy di Citigroup. Di rilievo la forte discesa di Piaggio -6,8%, dopo che Equita ha tolto il titolo dal suo portafoglio mid cap.
Occorre “piu’ Europa” e “dobbiamo essere pronti a cedere sovranita’ nazionale”. E’ quanto ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel intervenendo a un congresso a Berlino dei cristiano-democratici. Secondo la Merkel “semplicemente prendere nuovi fondi a prestito” non e’ la soluzione alla crisi del debito europeo ed e’ cruciale che gli Stati proseguano con decisione sulla strada delle riforme intraprese. “Sarebbe fatale”, ha detto la cancelliera, lasciare le riforme a meta’ strada. E se l’economia della Germania “e’ in uno stato di forma molto buono” è proprio perché ha portato a termine nel corso degli anni il suo programma di riforme. Riguardo alla strada da seguire per uscire dalla crisi, la Merkel ha spiegato che se si vuole avere una condivisione delle perdite, allora si deve avere una condivisione dei meccanismi di controllo. Nello specifico, riguardo alla Spagna, la Merkel ha spiegato che gli aiuti sono condizionati a una riforma del sistema bancario iberico anche se, ha riconosciuto, era pienamente nel diritto della Spagna di chiedere aiuto per i suoi istituti.