Tempo scaduto per Alitalia. E in effetti scadeva oggi, 15 ottobre, l’ultimo dei tanti rinvii già concessi al tentativo – l’ennesimo – di salvataggio della compagnia di bandiera. Non sembra che Atlantia e Fs siano in grado di portare ai commissari, e questi ultimi al governo, una soluzione definitiva del rebus. Probabile – a meno di novità al momento non previste – un impegno di Fs, Atlantia e Delta a proseguire la trattativa in corso, ma come è ancora da definire.
Si profila così un nuovo rinvio – magari di qualche settimana e non di mesi – al termine dei Cda delle due società convocati in giornata. Per il Tesoro significa rimettere le mani al portafoglio onde evitare il fallimento di Alitalia: i 900 milioni di prestito pubblico sono ormai quasi prosciugati e dai commissari sarebbe arrivata una nuova richiesta di 300 milioni per mantenere in vita la compagnia. In tutto sono già passati 29 mesi di gestione straordinaria e sono stati necessari sei rinvii senza che si sia ancora approdati ad una conclusione.
Il probabile mini-rinvio (e conseguente esborso pubblico) dovrà passare al vaglio della Ue che ormai non fa mistero di valutare in concreto anche l’ipotesi di fallimento del vettore italiano. Ma a che punto è arrivata la trattativa trai potenziali nuovi soci? Atlantia per entrare nel capitale ha chiesto quantomeno che vi sia un socio industriale “forte e convinto” e un piano industriale adeguato che sostenga l’impegno dei partner. Il che si traduce nella richiesta di una maggiore quota per le rotte verso il Nord America e in un ruolo di primo piano per Alitalia all’interno dell’alleanza Blue Sky, già in corso ma con un ruolo marginale per la compagnia italiana. Delta fa invece molta fatica a salire oltre i 100 milioni di investimento e Lufthansa, che pure si è fatta avanti, non è disposta a cacciare un soldo per entrare nel capitale ma solo ad avviare un “accordo commerciale forte”.