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Alitalia: più rotte e ritorno all’utile dal 2017

La nuova Alitalia, frutto dell’accordo con la compagnia di Abu Dhabi Etihad, si presenta e decolla illustrando il piano industriale 2015-18. “Un’azienda per essere competitiva deve creare valore, ricchezza e non essere più dipendente dalle banche e dai sostegni esterni. Portare l’azienda in utile nel 2017 è dunque l’obiettivo più importante. E’ un impegno significativo, difficile ma ci sono le condizioni per guardare al successo con fiducia e ottimismo”. A illustrare i piani aziendali per la compagnia che ha preso il via ufficialmente il 1° gennaio, dopo l’intesa raggiunta con Etihad entrata nel capitale con una quota del 49%, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e l’amministratore delegato Silvano Cassano affiancati da James Hogan, presidente e Ad di Etihad nonché vice presidente della compagnia di bandiera. Ieri si è svolto un Cda dell’azienda che ha esaminato il piano industriale e approvato il budget 2015.

LE QUATTRO OPPORTUNITA’ 

“La prima sono le risorse umane, le persone che hanno lavorato in Alitalia e hanno passato anni difficili, con un’attenzione a volte eccessiva e opprimente del mondo politico. Dobbiamo creare spirito di corpo, orgoglio e appartenenza” ha esordito Luca di Montezemolo. La seconda priorità è la forza del brand: “Alitalia deve diventare sexy – ha aggiunto con una battuta – e sarà sempre più l’ambasciatrice dell’Italia nel mondo”. Terza priorità la qualità del servizio in modo che “i clienti siano considerati come ospiti da accogliere e mettere a proprio agio con servizi innovativi a bordo e a terra, di qualità, ai massimi livelli”. E naturalmente le rotte: “Forte aumento di rotte sul lungo raggio e rafforzamento di quelle esistenti”.

LA CLESSIDRA

Il settore del trasporto aereo va immaginato come una clessidra, ha spiegato l’Ad Cassano. Nella parte bassa si trovano le low cost e la competizione avviene sulla riduzione dei costi, in alto ci sono le compagnie premium e la competizione si fa sulla qualità e le rotte. “Essere al centro è sgradevole – ha concluso – e per questo vogliamo riposizionare Alitalia verso l’alto, saremo una grande compagnia premium”. Come raggiungere l’obiettivo? “L’America e l’Asia – ha chiarito Cassano – sono gli assi focali di sviluppo. Da Roma partiranno nuove rotte verso Berlino e Dusseldorf, per San Francisco nel 2018, verso Città del Messico e Santiago. Pechino è già partita, quest’anno si aggiungeranno Seoul e Corea”. Più voli sono previsti verso New York, Chicago, Rio de Janeiro. Ma saranno potenziate, con nuovi voli quotidiani, le rotte verso Abu Dhabi da Venezia, Milano, Bologna, Roma e Catania; saranno lungo raggio solo i voli da Venezia, Roma e Milano Malpensa. “Abu Dhabi è un importante crocevia verso l’Oriente: Cina, India, Giappone, Australia, medio oriente”. ha proseguito. Un flusso in doppia direzione visto anche l’impegno per Expo 2015. Il potenziale di clienti da ‘intercettare’ in Asia è valutato oltre 2 miliardi di persone.

Roma e Malpensa serviranno per il lungo raggio e per il cargo, Milano Linate invece sarà ridisegnata per “riprenderci il mercato business del Nord Italia diretto verso l’Europa” con un’ottimizzazione degli slot per i voli europei. “Il cliente – è la sintesi – dovrà scegliere in funzione della qualità del servizio e del network”. Un ultimo accenno alla questione occupazionale, dopo una domanda rivoltagli da una giornalista circa la possibilità di riassorbire il lavoratori in Cig. “Abbiamo un progetto chiaro e ci porta al 2017. Faremo il possibile per anticipare i tempi ma non voglio mettere a rischio il piano di investimenti necessari a migliorare la qualità: connettività Wi-Fi, librairy, aeromobili. Percepisco un certo ottimismo per il calo dei prezzi del petrolio, ma non è così semplice: oggi Alitalia perde ancora ogni giorno, dobbiamo tenere i piedi per terra”. Per essere precisi, il piano stima perdite a 203 milioni quest’anno e 44 milioni nel 2016. Quindi prima il ritorno all’utile operativo, poi lo sviluppo e le assunzioni.

L’AZIONISTA

“Non avremmo investito 560 milioni di euro se non fossimo stati certi di potere rientrare dell’investimento”: James Hogan ricorda che “Etihad non è un partner mordi e fuggi ma un investitore di lungo periodo”. E’ felice di essere tornato a Roma per presentare il piano della compagnia e non nasconde che “c’è ancora un considerevole lavoro da fare. In passato – prosegue – Alitalia è stata gestita con una mentalità da compagnia pubblica, ora dobbiamo trasformarla in un business di successo. La congiuntura attraversa ancora un momento difficile ma è molto chiaro il percorso necessario per uscirne in Europa: consolidare, fare economie di scala. Dai nostri azionisti abbiamo un mandato altrettanto chiaro: operare in modo profittevole. Questa scommessa è anche la miglior garanzia per conservare 11mila posti di lavoro”.

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