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Alitalia, Lufthansa: “Partnership possibile, ma senza il Governo italiano”

FIRSTonline

Lufthansa prende le distanze da Alitalia a meno di 24 ore dalla scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti sulla compagnia di bandiera italiana. “Una partnership con Alitalia è ancora possibile”, ma Lufthansa “non ha in programma di investire nella compagnia insieme al governo italiano”.

“Non saremo co-investitori con il governo in un vettore aereo in ristrutturazione”, ha poi aggiunto l’amministratore delegato della società tedesca Carsten Spohr, presentando i conti del terzo trimestre.

Per i tedeschi è necessario tagliare il personale, la presenza nell’azionariato di Ferrovie deve essere minoritaria e il governo non deve possedere direttamente quote della società.  Su questi punti Joerg Eberhart, presidente di Air Dolomiti, aveva spiegato che “Alitalia ha bisogno di ridurre i costi. Lo Stato non è mai un buon imprenditore” e che eventualmente la nazionalizzazione può essere solo per un “periodo limitato”.

Oggi si riunisce nuovamente il cda di Ferrovie dello stato. All’ordine del giorno non figura ufficialmente l’offerta per rilevare Alitalia, ma il quotidiano romano Il Messaggero rivela che oggi “il via libera all’offerta per rilevare il 100% di Alitalia”; il piano prevede che le “Ferrovie si mettano alla guida del vettore, rilevando tutto il capitale sociale che finirà in una newco. Nella lettera con l’offerta vincolante, che i tecnici stanno mettendo a punto, sarà indicato il percorso che il gruppo ferroviario vuole seguire per dar vita all’integrazione”.

Colossi dei cieli interessati al dossier Alitalia erano l’americana Delta e la compagnia low cost Easyjet che ha confermato di essere ancora interessata a un’Alitalia «ristrutturata» e in consorzio con altri, ma è «in attesa di indicazioni» ufficiali su come l’esecutivo intenda procedere.

In attesa di conoscere la posizione di Ferrovie dello Stato su Alitalia dopo la convocazione del cda di ieri pomeriggio e per cui il governo italiano prevede un ruolo da “partner tecnico”, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio commenta la decisione di Lufthansa: “io aspetto il termine per le offerte vincolanti, poi ci leggiamo le offerte vincolanti. Immagino che ognuno metterà le proprie pre-condizioni e in base alle condizioni valuteremo. Non è che le offerte si fanno a comunicati stampa”.

“Non siamo stati coinvolti in alcuna operazione su Alitalia e l’ipotesi di un nostro ingresso nella compagnia e’ priva di fondamento”, queste le dichiarazioni dell’ultim’ora di un portavoce Eni.

Alla conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale del risparmio, il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti ha spiegato che le fondazioni bancarie sono contrarie a investimenti di Cassa depositi e prestiti in Alitalia e che si esprimerebbero negativamente qualora questa decisione fosse messa ai voti. “Sul punto siamo rigidissimi, in Alitalia Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione, e siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire di no, non voteremo investimenti in Alitalia”, ha commentato Guzzetti, che parla in rappresentanza degli azionisti delle fondazioni bancarie che hanno il 16% circa di Cdp.

Leonardo Finmeccanica – secondo quanto riportano fonti vicine all’azienda – non prevede di avere alcun ruolo sul dossier Alitalia.

Inoltre, oggi sono stati presentati i conti trimestrali di Lufthansa: il gruppo ha realizzato un utile netto di 1,065 miliardi di euro, in calo del 9,8% sullo stesso periodo del 2017 dovuto principalmente al costoso assorbimento di Air Berlin e all’aumento dei prezzi del carburante. Nei primi nove mesi del 2018, l’utile netto è sceso invece del 6% a 1,742 miliardi di euro, dai precedenti 1,853 miliardi. I ricavi sono invece lievemente cresciuti, segnando un +0,5% a 26,879 miliardi di euro. Lufthansa ha rivisto in calo le stime di crescita per il 2019 e prevede un risultato per il 2018 come da attese, lievemente inferiore al 2017. «Ci aspettiamo un aumento dei costi per l’intero anno di più di un miliardo di euro a causa del prezzo della benzina e delle spese extra dovute a ritardi e cancellazioni», spiega l’amministratore delegato Carsten Spohr, portando all’attenzione che quello dei primi nove mesi 2018 è il secondo migliore della storia della compagnia.

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Categories: Economia e Imprese