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Alitalia, la Uil si sfila dall’intesa su contratti e costo del lavoro. Oggi la firma di Cgil e Cisl

L’intesa sul contratto nazionale di settore e sui risparmi sul costo del lavoro dopo una notte di trattativa è stata trovata ma divide le sigle sindacali. La quadra trovata al tavolo del Ministero dei Trasporti con azienda e sindacati ha convinto Cgil e Cisl ma non la Uil  che si è detta contraria la testo così com’è.  Alle 17 i sindacati sono convocati per la firma mentre la decisione della Uil dipenderà da un eventuale cambiamento del testo. “Si trovi altra soluzione, con questo testo non firmiamo”, ha detto Luigi Angeletti  alla guida della Uil. “Non credo che ci siano le condizioni perché il rush finale abbia un esito positivo”, ha spiegato. I dubbi della Uil sono anche sui risparmi per circa 31 milioni sul costo del lavoro, stimati da Etihad in una trentina di milioni per la parte finale del 2014.

Secondo fonti vicine alla trattativa, le richieste di Etihad, oltre a contemplare la necessità di 2.251 esuberi, prevedono inderogabilmente anche la certezza delle regole contrattuali per i prossimi 3 anni e importanti risparmi sul costo del lavoro.
Nella complessa trattativa di Alitalia Contratto nazionale e riduzione delle spese per il personale erano due dei punti da chiarire. Sul terzo, quello degli esuberi, era stata la Cgil a rompere ieri il fronte dei sindacati dicendo no all’intesa già siglata sabato da Cisl, Uil e Ugl.

“Trovo grave che l’azienda si sia presa la responsabilità di decidere che ci sono dei licenziamenti, anziché lavorare per la Cig e i ricollocamenti”, ha detto oggi il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, uscendo dal Ministero dei Trasporti dove si è concluso l’incontro sul contratto e costo del lavoro. “Faremo la nostra parte perché i lavoratori vengano ricollocati e ci sia la gestione migliore possibile”, ha concluso.

“Alitalia sta morendo. Credo che stasera alle 17 troveremo un accordo” sul contratto e sui risparmi sul costo del lavoro. Così l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, lasciando il Ministero dopo l’incontro con i sindacati su questi due temi concludendo che “Mentre a Roma si discute, Sagunto veniva espugnata”.

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